S. Alfonso. Si toglieva il pane dalla bocca

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266. S. Alfonso. Si toglieva il pane dalla bocca.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

266. S. Alfonso. Si toglieva il pane dalla bocca.

♦ C’è uno straordinario atto di carità nel vescovo Alfonso, che forse non si riscontra in altri.
Egli amava talmente il povero, che dovendo ammettere taluno al suo servizio, preferiva sempre, senza badare al proprio comodo, il più povero, non perché più abile, ma perché povero.

  • Mancandogli il Segretario in Arienzo, si informò chi era più povero: se Don Custode Troisi o Don Virgilio Cimino. Disse al Vicario: “Tutti e due sono capaci, ma sento che D. Virgilio sia poveretto”. Sopra di questo si fermò, ancorché con tenerezza egli amasse D. Custode.
  • Bastava dirgli che un servitore era povero e morigerato; tutto il di più, se era capace o no, non lo esaminava.
  • Trattandosi di poveri, per sollevarli si toglieva anche il pane dalla bocca.

♦ Il nuovo Priore dei Padri Domenicani di S. Maria a Vico gli aveva mandato in regalo circa tre rotola di buon pesce. Stimò accettarlo, mostrandone gradimento, per far vedere di non stare disgustato per un’amarezza che dai Padri aveva prima ricevuto.
Mentre ascoltava la solita lettura spirituale dal fratello Francescantonio, e propriamente sulla vita del Ven.  Bartolomeo de Martyribus, si lesse che gli Arcivescovi di Praga erano stati soliti mandare al Re ogni anno, in una solennità, un certo pesce e che, considerando la spesa ed il trasporto, il Venerabile risolvette esser meglio impiegarlo per i poveri che per il Re.
Al sentir questo Monsignore disse al Fratello: “Domani, che è mercato in Maddaloni, mandate a vendere il pesce, e fatene elemosina. Gli fu detto esser poca cosa, e che non costava tanto il pesce, quanto la giornata da pagarsi all’uomo.
Allora replicò Monsignore: “Non ci vuol altro, fate come vi ho detto!”. In verità, i familiari avendo adocchiato il pesce, non volevano farselo scappare; e per quietarlo gli si disse che per quella mattina non si sarebbe comprato la solita pietanza.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 66)  Leggi tutto nell’originale.

Egli amava talmente il povero, che dovendo ammettere taluno al suo servizio, senza badare al proprio comodo, preferiva sempre il più povero, non perché più abile, ma perché povero.