S. Alfonso. Dio, unico fine

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260. S. Alfonso. Dio, unico fine.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

260. S. Alfonso. Dio, unico fine.

♦ L’unico fine di tutte le nostre azioni deve essere quello di piacere a Dio; non ai parenti, agli amici, ai grandi, e neppure a noi stessi; poiché tutto quello che non si fa per il Signore, va perduto.

  • Spesso si fa una cosa per piacere o per non dispiacere agli uomini. Ma san Paolo dice: Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo (Gal 1,10). In tutto quello che facciamo, bisogna guardare solo a Dio, in modo da poter dire, come Gesù: Io faccio sempre le cose che gli sono gradite (Gv 8,29).
    Dio ci ha dato tutto quello che abbiamo; di nostro noi abbiamo solo il nulla e il peccato. Dio è l’unico che ci ha amati davvero. Egli ci ha amati fin dall’eternità, ci ha amati fino a donarci se stesso sulla croce e nel Sacramento dell’altare. Pertanto solo Dio merita tutto il nostro amore.

♦ Povero colui che ama le creature più del Creatore. Non avrà mai pace in questa vita e corre il pericolo di non aver pace neppure nell’altra. Beato, invece, chi cerca solo te, mio Dio, e rinuncia a tutto per amor tuo! Egli troverà la perla del tuo puro amore, più preziosa di tutti i tesori e regni della terra. Chi fa così acquista la vera libertà dei figli di Dio, essendosi liberato da ogni legame terreno che impedisce di unirsi a Dio.

♦ Uomini, non illudiamoci: tutto il bene che ci viene dalle creature è solo fango, fumo e inganno: solo Dio appaga. In questa vita egli non si fa godere pienamente; ci dona solo qualche saggio dei beni del cielo. Lassù egli ci aspetta per saziarci del suo stesso gaudio, quando ci dirà: Entra nella gioia del tuo Signore (Mt 25,21). Il Signore dona le consolazioni celesti ai suoi servi solo per innamorarli della felicità che prepara per loro in paradiso.

Mio Dio e mio tutto, io ti preferisco a tutte le ricchezze, agli onori, alle scienze, alle glorie, alle speranze e a tutti i doni che potresti darmi. Tu sei ogni mio bene: voglio solo te e nient’altro… Quando potrò dedicarmi solamente a lodarti, amarti e piacerti, fino a dimenticare le creature e anche me stesso?
Mio caro Signore, quando mi vedrai raffreddato nel tuo amore e in pericolo di affezionarmi alle creature e ai piaceri terreni, soccorrimi tu. Stendi dall’alto la tua mano, scampami e salvami dalle grandi acque (Sal 143,7): Liberami dal pericolo di allontanarmi da te.

(S.Alfonso, Riflessioni devote, 36)
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Povero colui che ama le creature più del Creatore. Non avrà mai pace in questa vita e corre il pericolo di non aver pace neppure nell’altra. Beato, invece, chi cerca solo te, mio Dio. Egli troverà la perla del tuo puro amore, più preziosa di tutti i tesori e regni della terra.