S. Alfonso. Con i soldati in libera uscita

GiubileoAlfo2

247. S. Alfonso. Con i soldati in libera uscita.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

247. S. Alfonso. Con i soldati in libera uscita.

♦ Anche la sbirraglia non fu lasciata in pace da Monsignore. Essendovi in Diocesi due Dogane, una in Dugenta e l’altra in Arpaia, dovevano assistervi vari birri; anzi si può dire che questi ebbero sede permanente. E quando taluno zoppicava, lo sloggiamento era la risposta.

  • Uno di essi si era attaccato con una donnaccia in quella di Dugenta. Non potendovi riparare il Parroco, fu informato Alfonso. Vedendolo pertinace, fece capo al Marchese Anna, Sopraintendente delle Dogane. Fu così viva la sua rappresentanza, che al birro fu tolta la piazza e sfrattato da Dugenta. Così per mezzo del medesimo si vide tolto da Arpaia e privato d’impiego un altro birro, che coi suoi comportamenti infettava i vicini Casali.
  • Risiedendo in Arienzo una squadra di soldati di campagna, per disimpegno dei vicini Casali, taluni non mancavano andar prostituendo delle figlie. Monsignore in sentirlo, ne scrisse subito al Commissario. Appena scrisse, la squadra fu spostata da Arienzo e situata altrove, ma con ordini pressanti al Caporale di non accostar taluno in Arienzo e di stare attento per simili delitti. Persona, che aveva affittata la casa, perché povera, si lamentò con Monsignore del lucro perduto. Facendogli compassione, si fece chiamare uno degli Eletti, pregandolo voler rinfrancare l’interesse, ridondando la cosa in beneficio di tante figlie. Questi disse che non poteva da sé. Il fatto fu che rifiutando anche gli altri, Monsignore dovette soccombere all’interesse.

♦ Non dormiva Alfonso, sentendo sbirraglia in Diocesi. Non capitava squadra in S. Agata o in Arienzo, che facendosi chiamare il Caporale, non gli raccomandasse la quiete nel paese e l’onestà delle famiglie. Uno tra gli altri, disgustato per le replicate chiamate, gli disse: “Monsignore, i miei soldati non sono novizi della vostra Congregazione, né  Padri Cappuccini. Hanno la loro libertà e se ne servono, chi la può impedire?”. Quello che Alfonso non poteva ottenere col caposquadra, lo faceva, ma non troppo spesso, col Commissario di Campagna o col tribunale in Montefusco..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 58)  Leggi tutto nell’originale.

Non dormiva Alfonso, sentendo sbirraglia in Diocesi. Non capitava squadra in S. Agata o in Arienzo, che egli, facendosi chiamare il Caporale, non gli raccomandasse la quiete nel paese e l’onestà delle famiglie.