S. Alfonso. La visione beatifica

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245. S. Alfonso. La visione beatifica

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

245. S. Alfonso. La visione beatifica

♦ Appena un’anima entra in cielo e, alla luce della gloria, scopre l’infinita bellezza di Dio, è come presa e consumata dall’amore. Il beato si sente felicemente perduto e sommerso nel mare infinito della bontà divina. Allora si dimentica di se stesso e, inebriato dall’amore di Dio, non pensa ad altro che ad amare il suo Dio: Saranno inebriati dall’abbondanza della tua casa (Sal 35,9 Vg). Gli ubriachi non pensano più a se stessi. Così l’anima beata non pensa che ad amare e a compiacere l’Amato. Desidera possederlo, e infatti lo possiede senza alcun timore di perderlo; desidera donarsi tutta a lui in ogni momento, e in ogni momento si dona tutta a Dio senza riserve. E Dio con amore l’abbraccia e la tiene abbracciata a sé per tutta l’eternità.

♦  Sicché in paradiso la persona è totalmente unita a Dio e lo ama con tutte le forze, con un amore pieno e perfetto, il quale la rende talmente felice e sazia, che non desidera più nulla.
Da parte sua Dio si dona totalmente alla persona, riempiendola di sé, a seconda delle sue capacità e dei suoi meriti, e si unisce a lei non solo per mezzo dei suoi doni, illuminazioni e attrattive, come fa con noi in questa vita, ma con il suo stesso essere. Come il fuoco penetra il ferro trasformandolo in sé, così Dio penetra la persona e la riempie di sé; ed essa, senza perdere il proprio essere, viene talmente riempita e assorbita nel mare immenso della divinità, che vi resta come annientata e quasi scompare.

♦  Questa era la sorte felice che l’Apostolo augurava ai suoi discepoli: Perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio (Ef 3,19).
Questo è il fine ultimo che il Signore, per sua bontà, ci dona di conseguire nella vita futura. Perciò, finché la creatura non giunge ad unirsi con Dio in cielo, dove si realizza l’unione perfetta, non può avere qui in terra il suo pieno riposo. E’ vero che quanti amano Gesù Cristo trovano la loro pace nell’uniformarsi alla volontà divina; ma non possono trovare in questa vita una pace piena, perché questa si ottiene col raggiungimento del fine ultimo, che è la visione di Dio e l’essere consumati dall’amore divino. E fino a quando la creatura umana non consegue questo fine, è inquieta e geme, e sospirando dice: Ora la mia amarezza si è cambiata in pace (Is 38,17 Vg).

Sì, mio Dio, io vivo in pace in questa valle di lacrime, perché questa è la tua volontà, ma non posso non provare una inesplicabile amarezza, vedendomi lontano da te e non ancora perfettamente unito a te, che sei il mio centro, il mio tutto e il mio pieno riposo.

(S. Alfonso, Pratica di amare Gesù Cristo, Cap. XVI)
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La pace piena si ottiene col raggiungimento del fine ultimo,che è la visione di Dio e l’essere consumati dall’amore divino. E fino a quando la creatura umana non consegue questo fine, è inquieta e geme, vedendosi lontana dal suo centro.