214. S. Alfonso. La trincea del Vescovo Fondatore.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
214. S. Alfonso. La trincea del Vescovo Fondatore.
♦ Circostanze così funeste per l’Istituto fondato da Alfonso, scuotevano il povero Vecchio, trafitto sul letto del dolore. Abbracciando la Croce, Alfonso pregava per i suoi crocifissori, sempre adorando i divini giudizi ed inculcando ai confratelli che si pregasse per quelli.
- Volendo meritare le divine misericordie sopra la Congregazione, Alfonso animava i suoi alla sofferenza e sopratutto all’osservanza delle Regole: macerava se stesso ed animava anche gli altri alla penitenza. Inculcò di nuovo la disciplina in comune il lunedì ed il sabato.
- Volendo ottenere la protezione di Maria Santissima, inculca il digiuno in suo onore. Ricorse alle Orazioni di vari Monasteri di Vergini e ad altre anime sante.
- Espose i nostri bisogni ai Padri Camaldolesi. Mandò in quegli Eremi quantità di cera, e che esposto il Santissimo Sacramento, si fossero intrattenuti con Gesù Sacramentato.
- A questo scopo spesso spesso mandò in Napoli delle elemosine a quelle Religiose, chiamate le Cappuccinelle.
- Non vi era lettera a suoi penitenti o in Napoli o altrove, in cui non inculcasse questa preghiera. Specialmente volle che nelle Case dell’Istituto si fosse pregato e detta un’ Ave ogni sera in comune per i nostri Accusatori.
- Ai suoi confratelli, che assistevano in Napoli, inculcava sopratutto che tra i mezzi per esser discolpati, si fossero evitati quei mezzi dove poteva esserci offesa di Dio.
- E al P. Majone scrisse: “Soggiungo cosa di molto peso. Nella raccomandazione di Dame per la nostra causa, guardiamoci da qualche Dama, circa la quale può esserci sospetto offesa di Dio. Dio vuole, che ci aiutiamo con tutti i mezzi onesti, ma non con quelli, dove può entrarci incentivo o sospetto di peccato. Così Dio ci aiuterà” .
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 53). – Leggi tutto nell’originale.