S. Alfonso. Mi contento che governi la Diocesi di sopra al letto

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200. S. Alfonso. Mi contento che governi la Diocesi di sopra al letto.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

200. S. Alfonso. Mi contento che governi la Diocesi di sopra al letto.

♦ Alfonso pensava sempre alla rinunzia al Vescovado.

  • Nel 1772 aveva  fatto presente al Papa per mezzo dell’Eminentissimo Castelli, quanto stimava  dinnanzi a Dio; protestò di non voler fare la propria volontà, ma in tutto voler dipender dal di lui Volere. Così esser pronto a rinunziare la Chiesa, se voleva; ed anche pronto, se non voleva, di soccombere sotto il peso della sua carica.
  • Papa Clemente restò sommamente edificato di questa sua subordinazione al Capo della Chiesa; ma informato del gran bene che anche in questo stato operava, confortandolo a portarne il peso, gli riscrisse un Breve di somma consolazione.
  • E all’Eminentissimo Castelli, che lo premeva a volerlo sgravare, il Papa disse: “Mi contento che governi la Diocesi di sopra al letto”. Facendogli presente il Cardinale la di lui impotenza a poter girare, soggiunse il Papa: “Vale più una sua preghiera da dentro il letto, che se girasse per cento anni l’intera Diocesi”.
  • Calò la testa Alfonso, sentendo in contrario il Papa, uniformando il proprio al volere di Dio, in persona del Vicario, che aveva in terra.
  • I Nostri, vedendolo in uno stato tanto  storpio da fare compassione, lo animavano a fare una formale rinunzia. In questo convenivano altri Vescovi amici ed altri Ecclesiastici.

♦ Alfonso, ancorché agonizzasse sotto il peso della cura, mai volle separarsi dalla volontà del Papa: “La voce del Papa è voce di Dio per me; e muoio contento, se per volontà di Dio io muoio oppresso sotto il peso del Vescovado”.

♦   Vedendosi stretto dai tanti motivi, e troppo ragionevoli, che vi erano per la rinunzia, lepidamente un giorno con spirito  profetico, se ne sbrigò, dicendo: “Questo è monaco capo tosto, se faccio la rinuncia, non l’accetta; pazientiamo ed aspettiamo l’altro Papa, che viene appresso”.
Tutti, in sentir questo, presero a ridere: egli era cadente e storpio, ed il Papa giovane e robusto, contando diciassette anni meno di lui. Ma fu profeta. Papa Clemente, con ammirazione di ognuno a capo di due anni si vide sul cataletto, ed Alfonso decrepito e vecchio persistere in vita e travagliare.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 50)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso non volle mai separarsi dalla volontà del Papa: “La voce del Papa è voce di Dio per me; e muoio contento, se per volontà di Dio io muoio oppresso sotto il peso del Vescovado”