167. S. Alfonso. Costanza ed applicazione continua.1769.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
167. S. Alfonso. Costanza ed applicazione continua.1769.
♦ Arienzo 1769-1773 – Celebrata la messa, Alfonso, seduto ascoltava al solito, per rendimento di grazie, la Messa del Cappellano o di altri.
- Quanto c’era il Credo; ed avvicinandosi l’Incarnatus est, Monsignore agonizzando si buttava a terra, restando per un pezzo profondamente inchinato. Lo stesso avveniva alla Consacrazione; e ci volevano delle vette [stampelle] ogni volta per rialzarlo e rimetterlo a sedere.
- In questi due anni che non disse Messa e stette così travagliato, Monsignore non si dimenticò del suo popolo. Non potendo celebrare per quello, faceva supplire tutte le Messe dal nostro P. D. Carmine Fiocchi, Rettore nella Casa di Ciorani; così per altre che non potette celebrare, mandò l’offerta ai nostri Padri in S. Angelo a Cupolo.
- Tale fu la vita di Monsignore in uno stato così penoso, e tale fu in tutto il tempo che persistette Vescovo nella Diocesi. Tutto signoreggiava in lui:
- Così il Canonico Rubino, suo Vicario:”Si ammirava in lui somma uniformità e pazienza; zelo e vigilanza per la Diocesi e per la gloria di Dio; indifferenza per i suoi travagli ed amore alla Croce.
- Quello che maggiormente sorprendeva era l’invariabile costanza nel soddisfare nelle ore determinate i suoi devoti esercizi e le sue applicazioni letterarie”.
♥ “Ritrovandosi con Monsignore in Arienzo il nostro P. D. Fabio Buonopane nel Giugno e Luglio del 1773, dandomi conto delle di lui applicazioni giornaliere e costanza nell’eseguirle, mi scrisse: “Tal genere di vita è così esatto che sebbene io sia di anni trentatre, mi stanca, mentre Monsignore si vede fresco, e lo porta avanti, senza suo minimo rincrescimento“.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 44). – Leggi tutto nell’originale.