S. Alfonso. 1769. Un vescovo in ripresa

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160. S. Alfonso. 1769. Un vescovo in ripresa.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

160. S. Alfonso. 1769. Un vescovo in ripresa.

♦ 1769. – Se Alfonso durante travagli non perdette di mira i bisogni della Chiesa e delle Anime, applicandosi in dettare o perfezionare le varie opere che aveva per le mani, in seguito da sano si applicava con impegno maggiore.

  • Sopra il letto era circondato ed affollato da libri e restava impegnato dalla mattina alla sera; e tante volte un qualche ristoro che gli si dava lo prendeva con l’orologio alla mano.
  • Egli medesimo scrivendo in Venezia il 21 di Agosto 1769 al Sig. Giuseppe Remondini disse: “Procuro di non perder tempo, e sto aspettando la morte da giorno in giorno. Ho preso quattro volte il Viatico e due volte l’Estrema Unzione. Non lascerò pregare per V. S. Illustrissima, così per la buona sanità, come per la prosperità dei suoi negozi, e specialmente del gran negozio della salute eterna.”
  • Questo suo zelo e questa sua costante applicazione, faceva dello stupore. L’Arcidiacono Rainone diceva: “Noi possiamo uguagliarlo ai primi dotti e zelanti Vescovi, tanto era impegnato in questo stato per il bene delle anime e della Chiesa”.
  • Anche il P. Maestro Caputo scrisse: “Monsignor Liguori era il vero esemplare dei primi Vescovi del Cristianesimo, i quali avevano in mira nello stesso tempo e le anime loro affidate, coi loro scritti, per tutta la Chiesa”.

Questo suo agire faceva stupire ognuno. Se di S. Girolamo si legge (spiegava un degno Sacerdote Napoletano), che perpetua lectione, ac scriptione superabat i suoi morbi; se fa meraviglia quanto scrisse S. Gregorio, infirma et agra valetudine, maggior meraviglia deve far Monsignor Liguori, se si affaticava tanto in uno stato, in cui non fu mai né S. Girolamo, né S. Gregorio.

♦ Preoccupando questa sua applicazione, i più interessati ad Alfonso, credendo si abbreviasse la vita, fecero capo al P. Villani, che come Direttore volesse moderarla. Avvertito Alfonso, dolcemente si giustifica scrivendogli:

“Io non mi fido star così a guardare il Cielo. Potrei impiegarmi a leggere senza dettare, ma la testa non mi aiuta. Quando ho letto un terzo d’ora, o al più mezz’ora, non posso più. Del resto io non lascio le mie devozioni. L’orazione la faccio mattina e sera, oltre la visita al Sacramento. Un’ora in circa dura il ringraziamento, e per mezz’ora faccio la lezione spirituale. Ma vi sono giornate che se ne vanno sane sane per gli affari della Diocesi; ed in tempo della visita della Diocesi, che ora ho già cominciata, gli scritti stanno a dormire. Ho voluto scriver tutto distintamente, acciò V. R. mi dia la benedizione”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 44)  Leggi tutto nell’originale.

1768-69 – “Noi possiamo uguagliare Monsignor Liguori ai primi dotti e zelanti Vescovi, tanto era impegnato, pur nello stato di infermità, per il bene delle anime e della Chiesa”. E questo suo agire faceva stupire ognuno.