S. Alfonso. Tanti no per salvaguardare la clausura

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105. S. Alfonso. Tanti “no” per salvaguardare la clausura. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

105. S. Alfonso. Tanti “no” per salvaguardare la clausura.

♦ Alfonso, pastore vigile, per quanto poteva cercava di sradicare gli abusi radicatisi nei monasteri che ferivano la clausura e non aveva timore di dire no a nuove richieste che la turbassero.

  • Alcune Religiose di un monastero aveva intenzione di voler aprire altre finestre, che sporgevano sulla strada. Essendone stato richiesto, Monsignore fu rotondamente negativo. Intervennero allora a mediare persone di autorità. Vedendosi accerchiato, Alfonso fece capire alle Monache che, se non volevano darli grave disgusto, avessero desistito da un tale intento, perché egli non l’avrebbe concesso, perché non conveniva. Le Monache si calmarono e si tirarono indietro, vedendolo inflessibile e risoluto.
  • Le Monache Rocchettine di Arienzo volevano godere maggior aria, ed erano risolute a fare un piccolo belvedere sopra la porta anteriore della Chiesa. Vedendosi supplicato e volendo informarsi, se conveniva o no, Monsignore vi destinò il Vicario, i due soliti Architetti Napoletani, che si ritrovavano con lui, i Governatori ed il Confessore.
    In sentire, che il belvedere si incontrava con le finestre dei Padri Agostiniani, diede subito la negativa. Le Monache, avendo anche esse conosciuto l’inconveniente, anzi per far vedere, che non restavano amareggiate, si sottoscrissero in un foglio e si professarono ubbidientissime a tutti i suoi voleri.
  • In quei tempi facilmente veniva accordata dal Papa qualche uscita alle claustrali. Talune di esse in Diocesi, non riflettendo alle tristi conseguenze, già si disponevano per un tale permesso. Alfonso, avendolo subodorato, spiegò che ne facessero a meno, dicendo: “Poiché il Papa si rimette all’Ordinario, io non l’accorderò mai. So io quanto puzzano queste uscite, e per lo meno evitar una somma dissipazione“.
  • Alfonso aveva tra le mano una lista di dinieghi a quello che non conveniva. Essendosi lagnate alcune Monache, perché non permetteva niente di quanto chiedevano, e già avevano ottenute tre negative di seguito, disse: “Che domandino cose giuste e di decoro, ed io non le negherò; ma se mi si faranno tante domande di cose non giuste, altrettante volte sarò per negarle“.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 34)  Leggi tutto nell’originale.

Essendosi lagnate alcune Monache per i ripetuti dinieghi, Alfonso disse: “Che domandino cose giuste e di decoro, ed io non le negherò; ma se mi si faranno tante domande di cose non giuste, altrettante volte sarò per negarle”.