S. Alfonso. Non sfidare la misericordia

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97. S. Alfonso. Non sfidare la misericordia.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

97. S. Alfonso. Non sfidare la misericordia.

♦ Fratello mio, quanto più hai offeso Dio, tanto più devi tremare di non offenderlo più, perché un altro peccato che commetterai, farà calar la bilancia della divina giustizia.
Ditemi di grazia, se fosse probabile che in un cibo vi fosse il veleno, lo prendereste voi? Se credeste che con probabilità in quella via vi fossero i vostri nemici per togliervi la vita, vi passereste voi, avendo un’altra via sicura?
♦ Se voi comprate una casa, voi ci mettete tutta la diligenza per assicurare la cautela e non buttare il vostro danaro. Se prendete una medicina, cercate di assicurarvi bene che quella non vi possa nuocere. Se passate un torrente, cercate di assicurarvi di non cadervi dentro.
♦ E poi per una misera soddisfazione, volete arrischiare la salvezza eterna, con dire: Me lo confesserò?
Dio ha promesso il perdono a chi si pente, ma non ha promesso il domani a chi l’offende. Se ora peccate, forse Dio vi darà tempo di penitenza, e forse no. Frattanto voi per un misero gusto già perdete l’anima e la mettete a rischio di restar perduta in eterno.
♦ Non si trova pazzo che si prenda il veleno con dire “Può essere che poi con rimedi mi guarisca”; e voi volete condannarvi ad una morte eterna, con dire: Può essere che appresso me ne liberi?
Hai peccato fidando temerariamente alla divina misericordia, verrà improvvisamente su di te il castigo, senza saper donde viene.
Ecco, Signore, uno di questi pazzi, che tante volte ha perduta l’anima e la grazia vostra, colla speranza appresso di ricuperarla.
Ringrazio la vostra misericordia, che mi ha aspettato, ed ora mi fa conoscere la mia pazzia. Vedo che Voi mi volete salvo, ed io mi voglio Perdonatemi presto, e ricevetemi nella vostra grazia, che io non voglio lasciarvi più. “In Te, Signore, ho sperato: non sarò confuso in eterno”. Regina mia Maria, ricorrendo a Voi, ionon sarò mai vinto. E se persiste la tentazione, ottenetemi ch’io non lasci di persistere ad invocarvi.

(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XVIII –  Del numero dei peccati. Punto III). 
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Mio Dio, ringrazio la vostra misericordia, che mi ha aspettato ed ora mi fa conoscere la mia pazzia. Vedo che Voi mi volete salvo, ed io mi voglio Perdonatemi presto, e ricevetemi nella vostra grazia, che io non voglio lasciarvi più.