82. S. Alfonso. La misericordia rallenta le dimissioni.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
82. S. Alfonso. La misericordia rallenta le dimissioni.
♦ Sperimentando Alfonso sempre più grave il peso della sua Chiesa, voleva e non voleva sgravarsene. Due opposti motivi lo mettevano in angustia. Considerandosi decaduto nella salute e mancante di forze, egli stimava, per maggior bene della Diocesi, necessaria la rinuncia; e riflettendo al bene, che anche in questo stato operava, entrava in scrupolo e non la stimava secondo Dio.
Così angustiato com’era ricorreva per consiglio a varie persone illuminate.
- «È vero che son vecchio, a settembre venturo compisco sessantanove anni: è vero ancora la mala salute, specialmente per i catarri che nell’inverno mi assaltano; ma con tutto ciò mi pare, che niente manco all’officio mio, circa gli Esami dei Confessori e degli ordinandi, e così circa la scienza, come circa i costumi, anzi circa la scienza so assai più degli altri.
- In quanto poi agli scandali non lascio perseguitarne alcuno fino alla fine e senza riguardo. Per le provviste non preferisco se non chi ha maggior merito, anche nei Benefici semplici, e perciò mi sono più nemici che amici.
- È vero, che nell’inverno non posso né uscire, né girare, ma nell’estate non lascio di girar la Diocesi per quattro e cinque mesi. Nell’inverno non esco, ma sbrigo i negozi di esami e le lettere segrete, perché la testa mi sta bene. Non posso molto scrivere, ma nelle cose segrete mi servo di fratello Francescantonio, di cui non ho timore.
- Tutte queste cose è necessario riferirle, altrimenti io farei la rinuncia con qualche scrupolo di coscienza, e forse questo scrupolo mi perseguiterebbe in Nocera. Ma prego sempre Gesù Cristo, che mi faccia accertare la sua volontà.
- Poste le cose nello stato sopraddetto, mi pare, che senza scrupolo non potrei cercare la rinuncia sul motivo che non posso adempiere il mio officio per la vecchiaia e mala salute.
- Questo mi mantiene in agitazione.. Vorrei scappare da tante angustie di coscienza, e da tanti contrasti, e dissapori; ma mi sento dire: “Se mi ami, pasci le mie pecorelle” e non importa che muori e crepi.
- Questa perplessità, se faccio o no la volontà di Dio rinunciando, mi è un’angustia maggiore delle altre».
Dopo tanti consigli, la risoluzione fu quella di esporre con semplicità al Papa l’età sua e le sue indisposizioni, progettare la rinuncia e rimettersi a quello, che il Papa sarebbe per determinare.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 27). – Leggi tutto nell’originale.