62. S. Alfonso. Misericordia è: aiùtati, che Dio ti aiuta.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
62. S. Alfonso. Misericordia è: aiùtati, che Dio ti aiuta.
♦ Vivono in gran pericolo quell’anime, che non fan conto dei peccati veniali, e si abbandonano alla tepidezza, senza pensiero di liberarsene. Non si parla qui delle colpe veniali commesse per mera fragilità, come parole inutili, disturbi interni, piccole negligenze e simili; si parla delle colpe veniali pienamente volontarie, specialmente se sono abituali.
♦ Scrisse S. Teresa: “Da peccato avvertito, benché piccolo, il Signore ci liberi”. Diceva il P. Alvarez: “Quelle piccole maldicenze, avversioni, curiosità colpevoli, impazienze, intemperanze, non uccidono l’anima, ma la rendono sì debole, che sopravvenendo poi qualche tentazione grave, non avrà ella forza di resistere, e cadrà”.
♥ Sicché i peccati veniali deliberati da una parte indeboliscono l’anima, dall’altra parte fan mancare gli aiuti divini; mentre è giusto che Dio si comporti misurato con coloro che non sono generosi con lui: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà” (2Cor. 9, 6).
E di ciò più deve temere quell’anima, che ha ricevute grazie speciali dal Signore.
Veniamo alla pratica di quel che abbiamo da fare per liberarci dallo stato miserabile della tepidezza.
1. Aver desiderio risoluto di liberarcene. Il buon desiderio allevia la fatica e dà forza di camminare innanzi. E persuadiamoci che nella via di Dio chi non cammina innanzi, andrà sempre in dietro; e andrà tanto in dietro, che finalmente cadrà in qualche precipizio.
2. Procuriamo di conoscere il vizio che ci predomina con particolare attacco, come la collera, l’ambizione, l’affetto disordinato alle persone o alle robe: la volontà risoluta, con l’aiuto di Dio, vince tutto.
3. Bisogna toglier l’occasione, altrimenti tutti i nostri propositi andranno a vuoto.
4. Bisogna soprattutto che diffidiamo delle forze proprie e preghiamo continuamente Dio, con confidenza, ad aiutarci nei pericoli, ed a liberarci da quelle tentazioni, con le quali cadremmo in peccato: ciò significa quell’orazione, “Non ci abbandonare nella tentazione”. Chi prega, ottiene. Bisogna sempre pregare: “Dio mio, aiutami, aiutami presto”.
(S. Alfonso, da Via della salute, Parte terza, Regolamento di vita d’un cristiano, Capo III – Pratica delle virtù’ cristiane, 7. Pratica per evitare la tepidezza).
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