S. Alfonso. Drappelli della misericordia

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58. S. Alfonso. Drappelli della misericordia. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

58. S. Alfonso. Drappelli della misericordia.

♦ Non contento Monsignor Liguori di impiegar di persona la vanga e la zappa per tener ben coltivata la sua vigna, soleva chiamar in aiuto altri operai per vederla florida ed esente da spineti.
Posto piede in Diocesi, o per dir meglio, accettato il Vescovado, pensò subito alle Missioni. In Napoli concertò questo sussidio con i capi di tutte le Congregazioni.
♦ Avanzato l’autunno, ebbe a sua disposizione venticinque e più soggetti, i migliori che si avevano. Con questi andò incontro ai principali luoghi, e nel tempo stesso fece attaccare Arienzo dai Padri Pii Operai e Durazzano dai Padri Gesuiti.
♦ Con questo assalto generale dato ai vizi tutta la Diocesi cambiò di aspetto. Sbarbicate si videro tante male pratiche invecchiate, e tante inimicizie riconciliate. La virtù e la pietà fiorì in ogni ceto. Tutti profittarono Ecclesiastici, Gentiluomini e plebei.

♦ Nel tempo medesimo, che questi ed altri operari si affaticavano nei vari luoghi della Diocesi, Alfonso, come capo dei Missionari, non si riposava né era soltanto spettatore. Anch’egli prendeva a petto il peccato, come principalmente interessato.
♦ Essendosi portato in Arienzo nel tempo che i Pii Operari vi stavano con la Missione, disse: “Anch’io voglio fare qualche cosa, non fidandomi stare a spasso”. E avendo preso di mira i Gentiluomini, decise dar loro i santi Esercizi. Se incessanti furono le fatiche che per otto giorni vi fece, copioso ancora vi fu il frutto: tanti attaccamenti si videro sciolti, con edificazione del pubblico. Avendoli uniti in carità, vi stabilì una particolar Congregazione coi propri statuti, ed animò tutti specialmente alla frequenza dei Sacramenti, a visitar Gesù Sacramentato, e nell’ossequiar Maria Santissima.

Diede questi Esercizi anche nella Chiesa dei Padri Carmelitani. Dando i motivi di confidenza per ricorrere a Maria Santissima, lo sorprese tal estro nella predica del Patrocinio, che si vide tutto raggiante e talmente infocato che non sembrava uomo, ma Serafino, e nel tempo stesso un soprannaturale splendore, che, come attestano, irradiò tutta la Chiesa. Ed egli in estasi esclamava: “Ecco la Vergine, venuta a dispensarvi grazie, cercatele grazie, che è tutta pronta per consolarvi!”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 18)  Leggi l’originale.

Negli ultimi tre giorni di Carnevale, volendo allontanare il Popolo dagli spettacoli, il vescovo Alfonso soleva esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione. E Dio, gradendo un tal culto, vi concorreva con una speciale misericordia.
Il vescovo Alfonso, come capo dei Missionari chiamati in diocesi, non riposava né era soltanto spettatore. Anch’egli prendeva a petto il peccato, come principalmente interessato. Diceva: “Anch’io voglio fare qualche cosa, non fidandomi stare a spasso”. Nella Chiesa dei Padri Carmelitani in estasi esclamò: “Ecco la Vergine, venuta a dispensarvi grazie, cercatele grazie, che è tutta pronta per consolarvi!”