P. Michele Marchi (1829-1886) – Italia.
P. Michele Marchi (1829-1886).
È il giovanetto che frequentava le chiese di S. Agostino e di S. Maria in Posterula o dell ‘Orso, al quale il vecchio frate agostiniano Orsetti parlava sovente della cara Immagine, come già venerata in S. Matteo in Merulana e allora giacente quasi dimenticata in S. Maria, quasi presago che doveva di lui servirsi un giorno la Vergine Madre per trarla dal nascondimento di via dell’Orso e riportarla sul prediletto colle Esquilino.
P. Michele Marchi nacque in Roma il 29 settembre 1829 dai pii e onesti genitori Angelo Marchi e Teresa Giovannelli , e fu battezzato nella chiesa parrocchiale di S. Agostino.
A 26 anni, dopo avere picchiato inutilmente alla porta di più istituti religiosi, fu ricevuto dai Redentoristi che da poco avevano aperta la loro casa generalizia nella già villa Caserta dei duchi Caetani in via Merulana. Là fece il suo noviziato sotto il p. maestro Bartolomeo Paialich, religioso d’insigne virtù, emise i voti religiosi il 25 marzo 1857 nelle mani del rev. mo p. generale, Nicola Mauron, e il 2 ottobre 1859 fu ordinato sacerdote.
Poco atto al ministero delle confessioni e della predicazione fu addetto esclusivament e al servizio della chiesa ivi edificata di fresco e consacrata nel maggio antecedente in onore del SS.mo Redentore e di S. Alfonso Maria de Liguori, che sette anni dopo doveva essere arricchita, in gran parte per opera di lui, del gran tesoro dell’Immagine del Perpetuo Soccorso. Ed egli non visse che per quella chiesa e per quella Immagine, procurandone, a tutto potere, il decoro e il culto. Era la sua missione!
Religioso pio, semplice, retto e devotissimo della Vergine SS.ma, il cui rosario formò sempre la sua delizia, carissimo a quanti lo conobbero, specie ai suoi superiori e confratelli, morì della morte preziosa dei giusti , il 16 gennaio 1886.
Conservò sino all’ultimo l’uso perfetto dei sensi e della ragione e fu cosa assai commovente, per chi scrive, udirlo, poche ore prima della morte, alle pie aspirazioni unire con voce ferma il canto della cara antifona con la quale la Santa Chiesa accompagna al Camposanto le spogli e mortali dei suoi figli : In paradisum deducant te Angeli …
Oh! egli forse presentiva che la Vergine SS. ma l’avrebbe accolto tra poco nel santo Paradiso, come si ha tutta la ragione a bene sperare.
La Redazione, 1916.
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Profilo tratto da
Cinquant’anni dalla prima esposizione
dell’antica e prodigiosa immagine
della Madonna del Perpetuo Soccorso, Roma 1916, pag. 56.
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