35. S. Alfonso. La misericordia di Dio in liberare l’uomo.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
35. S. Alfonso. La misericordia di Dio in liberare l’uomo.
♦ Considerando S. Zaccaria la gran misericordia del nostro Dio nell’opera della Redenzione umana, ebbe ragione di esclamare: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo” (Lc. 1, 68). Sia benedetto sempre Iddio, che si è degnato di scendere in terra e farsi uomo per redimere gli uomini. Acciocché sciolti dalle catene del peccato e della morte, con cui ci tenean legati e schiavi i nostri nemici, senza timore, ed acquistando la libertà dei figli di Dio, possiamo in questa vita servirlo ed amarlo, per poi andare a possederlo e a goderlo da faccia a faccia nel regno dei beati, che prima a noi era chiuso, ma ora ci viene aperto dal nostro Salvatore.
♦ Dunque tutti noi eravamo già schiavi dell’inferno; ma il Verbo Eterno, il nostro supremo Signore, per liberarci da tale servitù, che ha fatto? da signore si è fatto servo. Consideriamo qual misericordia e qual amore immenso è stato questo… Iddio è il Signore del tutto che vi è e vi può essere nel mondo. Chi mai può negare a Dio il dominio supremo sopra tutte le cose, se egli è il creatore ed il conservatore del tutto?…
♦ Ma questo supremo Re dominava nel cielo sugli angeli, dominava sopra tutte le creature, ma non dominava sopra i cuori degli uomini; gli uomini miseramente gemevano sotto la schiavitù del demonio. Sì, questo tiranno, prima della venuta di Gesù Cristo, era il signore che dagli uomini si faceva adorare anche per Dio con incensi e con sacrifici, non solo di animali, ma anche dei propri figli e delle proprie vite…
♦ Questo tiranno venne il Verbo divino ad abbattere, ed a liberare gli uomini dalla di lui troppo infelice servitù, affinché i miseri liberati dalle tenebre di morte, sciolti dalle catene di questo barbaro regnante, ed illuminati a conoscere qual fosse la vera via della loro salvezza, servissero al lor vero e legittimo Signore, che l’amava da padre, e da servi di Lucifero voleva renderli suoi diletti figli.
♦ Predisse già il profeta Isaia che il nostro Redentore doveva distruggere l’imperio che teneva il demonio sopra degli uomini. Questo barbaro padrone dai poveri peccatori suoi schiavi suole esigere gravissimi tributi di passioni, di rancori e di affetti malvagi, con i quali a sè più li incatena, e nello stesso tempo li flagella.
♥ Venne dunque il nostro Salvatore a liberarci dalla servitù di questo nemico, ma come? in qual modo egli ci liberò? Sentite che fece, dice S. Paolo: Era egli il Figlio unigenito di Dio, uguale al suo Padre, eterno come il Padre, onnipotente come il Padre, immenso, sapientissimo, e supremo Signore del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini come il Padre; ma per amore dell’uomo si abbassò a prender la forma di servo, con vestirsi di carne umana e farsi simile agli uomini; e perché questi per cagione dei loro peccati eran divenuti servi del demonio, venne in forma di uomo a redimerli, con soddisfare con le sue pene e colla sua morte alla divina giustizia la pena da loro meritata.
♥ Ah se la santa fede di ciò non ci assicurasse, chi mai avrebbe potuto crederlo? chi mai sperarlo? chi mai neppure immaginarlo? Ma la fede ci fa sapere e ce ne fa certi, che questo sommo, supremo Signore, il Redentore, sin da bambino volle, facendosi servo, cominciare a spogliar il demonio del dominio che aveva sopra dell’uomo.
S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso terzo, Il Verbo Eterno da signore si è fatto servo,
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