31. S. Alfonso. Misericordia, amore e perdono nel Dio Bambino.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
31. S. Alfonso. Misericordia, amore e perdono nel Dio Bambino.
♦ Dio si è fatto troppo amabile ai nostri cuori: dobbiamo adorarlo come Dio, ma a pari della riverenza deve in noi regnare l’amore verso un Dio così amabile e così amante.
Se vogliamo compiacere questo Fanciullo, bisogna che ci facciamo fanciulli anche noi, semplici ed umili; portiamogli fiori di virtù, di mansuetudine, di mortificazione, di carità; stringiamolo tra le nostre braccia con l’amore.
♥ E che aspetti più di vedere, o uomo, – soggiunge S. Bernardo – per darti tutto al tuo Dio? Vedi con quanta fatica, con quale ardente amore è venuto dal cielo il tuo Gesù a cercarti. Senti come egli appena nato a guisa dei bambini con i suoi vagiti ti chiama, come se dicesse: Anima mia, te cerco; per te e per acquistarmi il tuo amore son venuto dal cielo in terra.
Oh Dio, che anche le bestie, se noi loro facciamo qualche beneficio, qualche piccolo dono, ci sono così grate, ci vengono appresso, ci ubbidiscono al loro modo come sanno, danno segni di allegrezza quando ci vedono. E noi perché poi siamo così ingrati con Dio, che ci ha donato se stesso, che è sceso dal cielo in terra, e si è fatto bambino per salvarci e per essere amato da noi?
♦ Or via amiamo il Fanciullo di Betlemme, esclamava l’innamorato S. Francesco; amiamo Gesù Cristo, che con tanti stenti ha cercato di guadagnarsi i nostri cuori.
E per amor di Gesù Cristo dobbiamo amare i nostri prossimi; anche coloro che ci hanno offesi.
Il Messia fu chiamato da Isaia “Padre per sempre”; ora per essere figli di questo Padre, Gesù stesso ci ammonì che dobbiamo amare i nostri nemici, e far bene a chi ci fa male. E di ciò egli medesimo ce ne diede l’esempio sulla croce, pregando l’Eterno Padre a perdonare coloro che lo crocifiggevano.
♥ Chi perdona il nemico, dice S. Giovan Crisostomo, non può restare non perdonato da Dio. E ne abbiamo anche la promessa divina: Perdonate e sarete perdonati (Lc 4,37).
Un certo religioso, il quale per altro non aveva fatta una vita molto esemplare, in morte piangeva i suoi peccati, ma con molta confidenza ed allegrezza, poichè, diceva: “E’ vero ch’io ho offeso il Signore, ma egli ha promesso il perdono a chi perdona i suoi nemici; io ho perdonato chi m’ha offeso, dunque debbo star sicuro che Dio perdoni anche me!”.
S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso secondo, Il Verbo Eterno da grande s’è fatto piccolo, Leggi tutta la meditazione