La misericordia di Dio evita ad Alfonso il vescovato di Palermo. 1747

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12. La misericordia di Dio evita ad Alfonso il vescovato di Palermo. 1747.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

12. La misericordia di Dio evita ad Alfonso il vescovato di Palermo. 1747.

Essendo vacata agli undici di luglio del 1747 la Chiesa di Palermo, per la morte di Mons. Rossi, il Re si era determinato volerla provvedere in persona sua. Troppo alta era l’idea, che di Alfonso aveva concepita; e ben gli era nota la nascita, i suoi talenti, e soprattutto il gran zelo per le Anime, e per la gloria di Dio. Comunicò al Marchese Brancone suo Segretario questa risoluzione: “Se il Papa fa delle buone provviste, io voglio farle migliori del Papa”.
Gelò Alfonso in sentirne la proposta, pianse, e pose in veduta del Marchese che mancando lui, sarebbe mancata con danno delle Anime, e del Regno tutto, anche l’Opera delle Missioni, per cui il Re si vedeva tanto invogliato.
Afflisse il Marchese la somma angustia in cui vide Alfonso; ed il Re in sentirne la ripulsa, anziché darsi in dietro, maggiormente restò confermato nel suo proposito. Rendendolo scusato il Marchese, specialmente pel voto che aveva di rifiutare qualunque dignità, disse il Re: “Il Papa, dispensa a tutto… Questi che non vogliono esser Vescovi, riescono buoni Vescovi”.
Alfonso scrisse in Caposele al Padre Cafaro: “È tempo d’orazione e di preghiere, perché mi vedo in una grave persecuzione e sommo travaglio. Il Re ha stabilito eleggermi Arcivescovo di Palermo, ma io piuttosto andrò ad intanarmi in un bosco, che accettare una tal Dignità!”.
Così scrisse ancora a tutte le Case, ricorse a molti servi di Dio ed a vari Monasteri di Monache; e per meritarsi le divine misericordie, non mancò aiutarsi con la mortificazione e con la macerazione di se medesimo”….
… Il Re si arrese con sommo suo rincrescimento… Il Consigliere Caracciolo disse ad Alfonso: “Ringraziatene Iddio, che vi è venuta buona: perché al Re è molto dispiaciuto la vostra negativa”.
Alfonso commentò al Marchese Brancone: “Vescovi per le Chiese non mancano, ma operai per affaticarsi in salute delle Anime, specialmente nei villaggi, non è così facile il ritrovarli!”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. XXVIII). 
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“È tempo d’orazione e di preghiere, perché mi vedo in una grave persecuzione e sommo travaglio. Il Re ha stabilito eleggermi Arcivescovo di Palermo, ma io piuttosto andrò ad intanarmi in un bosco, che accettare una tal Dignità!”.