Santomassimo Saverio redentorista

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In memoria di P. Saverio  Santomassimo redentorista  (1949-2015) – Italia.

Carissimi,

La pagina evangelica delle Beatitudini (Mt 5,1-12) ha illuminato la liturgia con cui oggi abbiamo dato saluto alle spoglie mortali di p. Saverio Santomassimo (1949-2015). La Basilica Sant’Alfonso in Pagani era più che gremita, lo sgomento misto a dolore era palpabile tra tutti i presenti. Numerosi i confratelli, tra cui S. Ecc. Mons. Antonio Napoletano che ha presieduto l’eucarestia. Presente anche il sindaco di Pietrapertosa PZ, cittadina che in 17 giorni ha visto chiamati al cielo i nostri due ultimi confratelli defunti: oltre il p. Saverio, il P. Rocco Boffa. Fratello e sorella con le rispettive famiglie non riuscivano a rassegnarsi a tale perdita.

Fu nella notte tra 21 e 22 aprile che P. Saverio si trasferì al Policlinico Gemelli in Roma, accompagnato dal nostro collaboratore Salvatore Ergoli. L’avevano finalmente chiamato per il trapianto del rene, dopo anni vissuti con la schiavitù della dialisi (iniziata ad agosto 2012). Tutto sembrava volgere al meglio, almeno quanto a compatibilità dell’organo e alla conferma del trapianto, che in occasioni precedenti era stato annullato.

Le notizie dal Policlinico dopo l’intervento lasciavano ben sperare: addirittura un video di pochi secondi, girato con p. Saverio a letto, alla domanda “come stai?” lo vedeva rispondere senza esitazione: “benissimo! Solo in paradiso si sta meglio”. Poi c’è stata un’alternanza di buone e cattive notizie: i problemi erano essenzialmente legati a pressione sanguigna bassa, e al fattore coagulazione. Pur tuttavia, nel pomeriggio di mercoledì 28 i medici si dicevano ottimisti, e preannunciavano il ritorno di p. Saverio nel reparto ordinario di competenza, lasciando la terapia intensiva. In realtà sia prima, che soprattutto dopo, si sono succeduti dolori lancinanti, così come mi ha riferito P. Gennaro Sorrentino. Un riversamento interno all’altezza del rene era la causa di tanta sofferenza. La morte è avvenuta intorno a mezzogiorno di giovedì 29 aprile. Trasferita al Sud, la salma è stata tumulata nella nostra cappella cimiteriale di Pagani.

Saverio è stato un confratello prezioso. La nostra Provincia ha perso con lui un grande apporto umano e un contributo straordinario per la missione Redentorista.

P. Saverio Santomassimo, redentorista originario di Pietrapertosa (PZ)
P. Saverio Santomassimo, redentorista originario di Pietrapertosa (PZ)

Nato a Pietrapertosa PZ il 28.07.1949, entrò ad appena 11 anni nel nostro aspirantato di Corato. Professo nel 1966, fu ordinato nel 1974 al paese natale. La sua vocazione può essere accostata alla chiamata degli operai della prima ora (Mt 20,1 s.s). Ricordo che mi parlava di P. Rocco Boffa, che con la sua azione missionaria aveva suscitato in lui entusiasmo e desiderio di emularlo, anche se solo saltuariamente ha potuto predicare missioni popolari.

Avellino (1974-1975) e poi Pagani (per pochi mesi del 1975) l’hanno visto come collaboratore parrocchiale, poi Materdomini (1975-1976) come formatore nell’aspirantato, lavoro proseguito a Colle Sant’Alfonso fino al 1978. Poi lo vediamo ancora ad Avellino (1978-1981), Termoli (1981-1983) come aiuto in parrocchia, e poi a Colle Sant’Alfonso (1983-1987) in aspirantato, Ciorani (1987-1993) come Maestro dei Novizi e collaboratore del Parroco di Carifi. Dal 1993 al 1996 risiede a Teano come Superiore e Maestro dei Novizi, nel 1996 -1999 è a Napoli come Segretario ed Economo provinciale e poi (1997) Vicario Provinciale e Procuratore delle Missioni Estere. Nel 2000 è ad Avellino come Superiore, pur continuando come Vicario Provinciale.

Dal 2002 al 2008 fu assegnato a Tropea come Superiore, dal 2003 prestando servizio anche come Vicario parrocchiale.  Dal 2008 al 2014 è ancora Vicario Provinciale e Segretario provinciale, oltre che Vicario parrocchiale a Pagani.

Se il mistero di Cristo si è riverberato sul percorso terreno di P. Saverio, non esito a riconoscerne un riflesso nello spirito delle Beatitudini. La mitezza e la mansuetudine erano i tratti caratteristici del suo agire. Chi lo accostava aveva l’impressione di avere a che fare con un uomo semplicemente buono. Qualcuno ha detto: “era la bontà fatta persona”. Non c’è dubbio comunque che ha speso tantissime energie per i poveri, in specie quelli del Madagascar.

Un secondo riflesso lo ritrovo nel suo senso di fraternità. È stato fratello prima che padre. Lo dico con cognizione di causa, avendo condiviso con lui tutto il percorso formativo iniziale per ben tredici anni. P. Saverio ha occupato anche responsabilità importanti, ma non ha mai fatto pesare la sua autorità. Era anche licenziato in teologia pastorale e laureato in pedagogia, ma i titoli non gli impedivano di mettersi al fianco delle persone e di accompagnarle nel loro cammino. Vestiva i panni del fratello che non giudica, non condanna, ma ascolta e comprende. Non ricordo di lui parole dette per distruggere, gli stava a cuore costruire.

Terzo riflesso del mistero di Cristo sulla vita di P. Saverio lo ravviso nel suo ottimismo cristiano, nel suo spirito di fiducia. Lui era capace di vedere il bicchiere mezzo pieno se l’interlocutore lo vedeva mezzo vuoto, uno spiraglio dove l’altro vedeva solo un muro.  E quando era il caso, ricorreva alla battuta sagace per rallegrare l’ambiente. Non si trattava di superficiale buonismo, ma di credere che è Dio a guidare la storia, non i nostri piani e i nostri progetti più o meno ambiziosi, e che noi possiamo dargli solo una mano. È stato forse questo ottimismo a fargli dire, da un letto d’ospedale: “solo in paradiso si sta meglio”. Presagiva che – se pure gli fosse andata male – finiva con l’andargli bene, se il traguardo era partecipare alla vittoria eterna di Cristo sulla morte.

Caro P. Saverio, ora che ci sei in paradiso, salutaci P. Rocco. Possa il vostro esempio spronarci verso una rinnovata dedizione missionaria, non dimenticando che la nostra prima missione è nel testimoniare al mondo che siamo “uno” e fratelli. E grazie alla vostra “buona parola” il Signore ci dia la luce necessaria per riuscire a svegliare il mondo dal suo torpore, che a volte rischia di diventare anche il nostro.

Ciao piccolo grande uomo, reso ancor più piccolo dalla malattia ma allo stesso tempo sempre più grande nello spirito. Unisci la tua voce a quella della Madonna del Perpetuo Soccorso, di sant’Alfonso e tutti i nostri santi, perché il Dio delle Beatitudini chiami tanti giovani, che scelgano come ideale di vita di servire Lui nei loro fratelli.

P. Serafino Fiore cssr
Superiore Provinciale

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Il suo ricordo su “In cammino con San Gerardo”, maggio 2015, p.44

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L'incontro con San Giovanni Paolo II e la gioia della vocazione redentorista.
P. Saverio Santomassimo – L’incontro con San Giovanni Paolo II e la gioia della vocazione redentorista.

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P. Saverio Santomassimo In azione missionaria.
P. Saverio Santomassimo: dinamismo missionario.

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P. Saverio Santomassimo: dalla vita alla morte: la schiavitù della dialisi. La vicinanza dei confratelli e dei familiari. La bara nella Basilica S. Alfonso.
P. Saverio Santomassimo, dalla vita alla morte: la schiavitù della dialisi; la vicinanza dei confratelli e dei familiari; la bara nella Basilica S. Alfonso il 1° maggio 2015.

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