L’esilio

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49.  L’esilio.
Finché abitiamo nel corpo siamo in esilio.

A volte ci dimentichiamo,
ma sappiamo, Signore,
che se questa tenda terrena,
m cui viviamo,
viene distrutta,
da tuo Padre riceveremo
un’abitazione in cielo
Un Corpo glorificato,’
una casa non manufatta, eterna.

Qui sospiriamo
desiderosi di rivestirci
del nostro corpo celeste.
Perché mentre siamo ancora
nella tenda,
ansiosamente smaniamo
di essere sopravvestiti
cosicché ciò che è mortale
sia assorbito dalla vita.

È tuo Padre,
che ci ha preparati per questo,
e ci ha dato il suo Spirito per garanzia;
donaci di essere
sempre pieni di fiducia.

Sappiamo
Che finché abitiamo nel corpo
Siamo in esilio, lontani da te, Signore.
Ma camminiamo con la fede
e non a vista:
di qui la nostra preghiera
per essere pieni di fiducia,
e preferire piuttosto
scasare da questo corpo mortale
per rincasare presso di te.

(Seconda Lettera ai Corinzi, cap. 5,1-8)

Il mio corpo non è una prigione, ma un capolavoro della creazione di Dio, e mi sarà restituito trasformato, alla fine del mondo: glorificato e immortale; e io rimarrò pieno di fiducia ad aspettare quest’ultimo giorno.

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Paul Hilsdale
Nel Signore Gesù – Preghiere dalle lettere di Paolo
ed. 2004
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