Tolleranza e comprensione

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14. Tolleranza e comprensione
Chi sono io per disprezzare mio fratello?

Io chi sono per dare un giudizio
su mio fratello?
Chi sono io per
disprezzare mio fratello?
Tutti dovremo presentarci in tribunale
da te, Padre celeste,
e ognuno di noi dovrà renderti conto
di se stesso.
Fammi capire, Signore, di non
mettere mai inciampi o impedimenti
sulla strada di un mio fratello.

Quello che dico o faccio, in sé
può essere vero e giustissimo,
e tuttavia può sviare il semplice,
che si fida di me.

So bene,
e ne sono convinto per le tue parole,
Signore, Gesù,
che nulla di per sé è impuro;
ma lo diventa
per chi lo ritiene impuro.•
Se mio fratello è impressionato •
da ciò che mangio,
non mi sto comportando con amore,
con una cosa che è in sé legittima
rovino uno per il quale tu sei morto.

Il tuo regime, Dio,
non consiste in regole dietetiche,
ma in giustizia e pace,
e gioia nello Spirito Santo.
Fammi, allora, cercare
quel che serve alla pace
e ci costruisce in un solo edificio.

Noi, i forti,
dovremmo prendere a cuore
gli scrupoli
dei deboli.
Aiutaci, Signore
a concentrarci di meno
su quanto ci piace, e più
su quel che è gradito al vicino
per il suo bene.

Che il tuo eterno Padre,
Dio perseverante è consolatore,
ci doni di vivere in tale armonia
gli uni con gli altri,
d’accordo con te, Cristo Gesù,
cosicché, all’unisono, possiamo
testimoniare la bontà
e la gioia senza tempo.

(Lettera ai Romani, cap. 14,10-15,6)

Teoricamente si può anche aver ragione, dice San Paolo, ma non basta. Nella pratica si deve cercare di sconcertare il meno possibile gli altri e mostrare una maggiore considerazione per i fratelli che rimangono un po’ indietro.

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Paul Hilsdale
Nel Signore Gesù – Preghiere dalle lettere di Paolo
ed. 2004
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