19. MARIA E’ LA SPERANZA DEI PECCATORI
Dopo aver creato la terra, Dio creò il sole per illuminare il giorno e la luna per illuminare la notte: Dio fece due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte (Gen 1,16). “Il sole, scrive il cardinale Ugo, fu figura di Gesù Cristo, della cui luce godono i giusti”, che vivono nel giorno della grazia divina; “la luna fu figura di Maria, per mezzo della quale sono illuminati i peccatori”, che vivono nella notte del peccato.
Essendo dunque Maria la luna propizia ai poveri peccatori, se uno sciagurato “è caduto nella notte della colpa, guardi la luna, invochi Maria”. Così dice Innocenzo III. Chi ha perso la luce del sole, cioè la grazia divina, si rivolga alla luna, preghi Maria, ed essa gli darà luce per conoscere la miseria del suo stato e forza per uscirne presto. […]
Uno dei titoli con cui la santa Chiesa ci fa ricorrere alla divina Madre e che maggiormente rincuora i poveri peccatori, è il titolo “Rifugio dei peccatori”, con cui la invochiamo nelle litanie. Anticamente vi erano nella Giudea città di rifugio, dove i delinquenti che vi si rifugiavano erano liberi dalle pene meritate. Al presente non ci sono città rifugio come allora, ma c’è Maria, di cui fu detto: Di te si dicono cose stupende, città di Dio (Sal 86,3). Con questa differenza: che, mentre nelle città antiche non trovavano rifugio tutti i delinquenti, né per tutte le specie di delitti, sotto il manto di Maria trovano scampo tutti i peccatori e per ogni specie di delitto commesso; basta rifugiarvisi. “Io sono la città di rifugio per tutti coloro che vengono a me”, fa dire alla nostra Regina San Giovanni Damasceno. […]
Perciò chi è misero, perché privo di meriti e oppresso dai mali dell’anima, ossia dai peccati, può dire a Maria: Tu sei il rifugio dei poveri malati: non mi scacciare, perché io, essendo povero e infermo più degli altri, ho maggior diritto di essere accolto da te. […]
San Bonaventura, per rafforzare la fiducia dei peccatori nella protezione di Maria, immagina un mare in tempesta dove i peccatori, caduti dalla nave della grazia divina, sbattuti di qua e di là dai rimorsi della coscienza e dai timori della giustizia divina, senza luce e senza guida, stanno per perdere l’ultimo soffio di speranza e per cadere nella disperazione. A questo pensiero il Santo, additando Maria, chiamata comunemente “stella del mare”, grida forte: “Poveri peccatori perduti, non vi disperate; alzate gli occhi a questa bella stella; riprendete il respiro e la fiducia, poiché lei vi farà uscire dalla tempesta e vi condurrà al porto della salvezza”. […]
Nella Scrittura si narra che Booz concesse a Rut il permesso di raccogliere le spighe lasciate dai mietitori: Si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori (Rt 2,3). Corrado di Sassonia scrive: “Come Rut trovò grazia agli occhi di Booz, così Maria ha trovato presso Dio la grazia di poter raccogliere le spighe, cioè le anime abbandonate dai mietitori”. I mietitori sono gli operai evangelici, i missionari, i predicatori, i confessori, che con le loro fatiche ogni giorno raccolgono e acquistano anime a Dio. Ma vi sono anime ribelli che restano abbandonate anche da essi. Solo a Maria è concesso di salvare queste spighe abbandonate con la sua potente intercessione. Povere quelle anime che non si lasciano prendere neppure da questa dolce Signora! Viceversa, felice chi ricorre a questa buona Madre!
(da Le Glorie di Maria, Parte I, III, 2)
Ogni giorno un’immagine di Maria