(◊ in Francia) P. Joseph Dupont (1865- 1920) (Ω in Ecuador)
P. Joseph Dupont. Riobamba, 1920.
Il P. Dupont nacque ad Amplepuis (Rhône) il 6 maggio 1865.
La famiglia, favorita dalla fortuna, possedeva un patrimonio ben più prezioso: una fede convinta ed uno spirito fondamentalmente cristiano.
Suo padre avrebbe voluto orientarlo verso il commercio o l’industria, ma Joseph pensava di diventare un marinaio o missionario, anche martire, come quegli apostoli generosi di cui leggeva le gesta e la morte eroica negli annali di Propaganda Fide.
Entrò nel seminario e la grazia lo preparò a poco a poco alla vita religiosa e apostolica. Portava sul petto un’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso. Nell’ultimo anno di seminario, Joseph era perplesso: farsi Trappista o Redentorista? Inoltre aveva da subire i severi assalti da parte dei genitori. Ne trionfò ed entrò in Congregazione.
Professo, nascondeva le belle facoltà di cui era dotato e che coltivava con cura sotto il velo di una modestia spinta fino alla timidezza.
Quando fu ordinato sacerdote il P. provinciale Gavillet gli disse: «Parti per la Vice-Provincia dell’America, farai molto bene e avrai una santa morte».
Incoraggiato da questa duplice predizione, si imbarcò per l’Ecuador. Là, non ebbe che uno scopo: certosino in casa, apostolo fuori.
Un giorno il P. Visitatore Coonaert ebbe a dire: “Il P. Dupont è uomo di abnegazione e di virtù! Ciò che ho ammirato più in lui è che, nonostante i successi apostolici, non faceva valere il bene che operava: questa è vera virtù”. – Era dotato di intelligenza eccezionale, chiara, rapida, aperta a tutte le scienze ecclesiastiche.
Missionario, compenetrato dallo spirito di S. Alfonso, il P. Dupont aveva una predilezione particolare per il ministero delle anime più abbandonate. Consacrò tutto lo sforzo del suo zelo ai poveri Indiani di Riobamba. Per lunghi anni fu incaricato dell’associazione degli Indiani senza pregiudizio del ministero ai bianchi e delle numerose missioni spagnole.
Egli diceva: «Per salvare questa povera gente, bisogna penetrare fino al loro cuore; l’Indiano apre il suo cuore solo quando si sente veramente amato». In tal modo il P. Dupont era per loro un vero apostolo; ma la volontà non arrivò sempre a sostenere il corpo.
A Riobamba scoppiò una febbre tifoidea che si estese nei dintorni. Assistendo questi malati il P. Dupont contrasse il germe della malattia. Trasportato in infermeria, disse: «Entrando qui, avrò il mio incontro con Gesù Cristo». Morì un sabato, vigilia di Pentecoste, dopo aver emesso più volte di seguito atti di carità perfetta, assistito dai confratelli e dalle preghiere dei suoi cari Indiani.
Il P. Dupont l’aveva detto:«Per essi io muoio, li amo tanto!». E questi dicevano piangendo a quelli che li visitavano dopo la sua morte: «Lui, certo, ci ha amati; ed anche tu, padre, amaci come lui». – «Qui converti fecerit peccatorem…salvabit animam ejus». Gc 5, 20.
Professione: 8 settembre 1886.
Ordinazione sacerdotale: 4 ottobre 1891.
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