Tempo Ordinario 7a settimana, mercoledì – Dio chiama
Beato colui che hai scelto e chiamato presso di te! (Sl G5, 5).
• Tu, Signore Gesù, che sei venuto nel mondo per fare la volontà del Padre e non la tua, concedimi la più completa sottomissione al volere del Padre, e al volere tuo. Credo, mio Salvatore, che tu conosca qual è, per me, la sorte migliore. Credo che tu mi ami più di quanto io non ami me stesso, perché onnisciente è la tua provvidenza, e onnipotente la tua protezione. Come Pietro, anch’io ignoro ciò che il futuro mi prepara (Gv 21, 22). Mi rassegno per intero alla mia ignoranza e ti ringrazio con tutto il cuore di avermi sottratto al gravoso compito di guidare me stesso, spingendomi ad affidarmi a te. Non posso chiedere nulla di meglio che di diventare oggetto delle tue cure invece che delle mie.
Intendo, Signore, seguirti con l’aiuto della grazia, dovunque tu vada e rinunzio a scegliere la mia strada da solo. Attenderò che tu mi guidi, disposto a comportarmi con semplicità e senza timore. Ti prometto che non sarò impaziente, anche se tu vorrai darmi momenti di oscurità e di incertezza e che non mi lamenterò di nessuna disgrazia e di nessuna ansietà.
(J. H. Newman, Maturità cristiana p 294)
• Vengo, vengo a te, Gesù amantissimo, che ho amato, che ho cercato, che ho sempre desiderato. Vengo per la tua dolcezza, per la tua pietà, per la tua carità; vengo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Ti seguo, perché mi hai chiamato.
In te che desidero amare sopra tutte le cose, io tutto ritrovi; e sappia mantenere ciò che ho promesso. A te che scruti i cuori desidero piacere, non per il corpo, ma per l’anima.
O mio fratello e sposo Gesù, Re supremo, Dio e Vittima, poni su di me il tuo sigillo in modo che niente cerchi in questo mondo, niente desideri e niente ami fuori di te. E tu, o Signore, degnati di unirmi a te con un connubio spirituale, sicché diventi tua vera sposa per un amore indissolubile che la morte stessa non valga ad infrangere.
(S. Geltrude, Esercizi 3, p 100 . 112‑4).
_______________
da “Intimità divina”
Roma 1992