Redentoristi d’Italia e Fondazione “Insieme per…”.
2013 – La vita di S. Gerardo Majella raccontata con uno spettacolo grandioso.
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Redentoristi d’Italia e Fondazione “Insieme per…”
2013 – La vita di S. Gerardo Majella raccontata con uno spettacolo grandioso.
Rafael Vieira, C.Ss.R.
La grande popolarità di San Gerardo Majella in molte parti del mondo, specialmente in quella regione che si usa chiamare Mezzogiorno Italiano, ossia, la zona centrale del Paese, quella situata vicino a Napoli, deriva da un’opinione condivisa e indiscutibile sulla quale si basa il segreto di questo successo.
Parte della risposta a questa serie di domande si può trovare in un super spettacolo, prodotto con le migliori risorse tecnologiche dei nostri tempi, e mostrato tutte le sere dal 27 luglio al 25 agosto di quest’anno, vicino al bel Lago San Pietro, situato su una montagna nella Provincia di Avellino, nei pressi della città di Monteverde.
La vita del Fratello Redentorista, chiamato il “santo del popolo”, viene raccontata in tutta la sua bellezza e in un modo magnifico nell’ottava edizione di un grande show, con ballerini classici, molta luce e giochi d’acqua straordinari.
Il maestoso evento, intitolato “Il grande spettacolo dell’acqua”, non è stato realizzato dai Redentoristi, ma da una Fondazione italiana chiamata “Insieme per…”, creata con il fine di aiutare a finanziare progetti sociali in regioni povere del mondo, specialmente in Africa.
Nonostante la Congregazione non sia responsabile dello spettacolo, il Santuario di Materdomini è uno dei principali sostenitori dell’iniziativa, e la Missione Redentorista del Madagascar ha tratto beneficio dal risultato finanziario di tutto il movimento della Fondazione. In realtà, l’emblema della solidarietà è la prima espressione dello splendore dello spettacolo nonché una specie di introduzione, per lo spettatore, di ciò che è la vita di S. Gerardo.
Il testo, recitato durante lo spettacolo, durato quasi due ore, serve da filo conduttore per l’accompagnamento della storia ed è di rara qualità. L’autore, discreto ed invisibile, che è anche il regista dello spettacolo, parte dal fatto che Gerardo si è recato là, in quei luoghi della Basilicata, dove è nato, dalla Puglia dove aveva studiato e dalla Campania dove aveva svolto il suo ministero.
Lo scenario diventa, pertanto, un luogo perfetto per l’esposizione di una vita senza ambiguità, di testimonianza della profonda semplicità di un giovane che ha voluto essere santo e, per raggiungere questo obiettivo, ha intrapreso il cammino del servizio incondizionato verso i più deboli e poveri.
Il personaggio, senza nome, di un signore anziano, un nonno con cappello ed abito bianco, racconta dettagliatamente tutta la storia e il pubblico si mette dietro al bambino per conoscere, come annunciato nell’introduzione dello spettacolo, una storia “dell’altro mondo”, la storia del pianeta “innocenza”, la storia di S. Gerardo.
Per un osservatore che già conosce la storia del Santo, tutto sembra rischioso, ed in questo rischio è contenuto l’incredibile coraggio ed il fantastico valore della guida che racconta, con delicatezza ed eleganza, la sofferenza di un esile ragazzo che, dopo aversi vista negata la Comunione da parte del sacerdote della sua comunità, affronta tutte le difficoltà, esce dalla sua terra e diventa Santo. La fuga da casa, le esperienze di professioni umili, l’ingresso nella Congregazione, le calunnie e le altre prove ed i miracoli che hanno formato la vita di San Gerardo, dal 1726 al 1755, vengono mostrati con delicatezza e buon senso.
Il discorso è buono, forte e mette in risalto, in grandi linee, la spiritualità vissuta dal Santo Redentorista e, in questo modo, si può considerare, per quest’Anno Vocazionale, che la Congregazione sta vivendo, un’opportuna ed attraente esposizione dell’itinerario di uno dei suoi membri più illustri.
Le parole di benvenuto, rivolte al numeroso pubblico che lotta per conquistare le tribune centrali con 3 mila posti disponibili, sulle rive del Lago San Pietro, del Sacerdote Diocesano Angelo Palumbo, Presidente della Fondazione “Insieme per…”, costituiscono un appello redentorista: “portatevi a casa un messaggio di questo spettacolo”. Il messaggio si può trarre dalla vita di un uomo buono che è arrivato persino a comporre una preghiera per le persone malvagie, ha sottolineato Padre Palumbo.
Alla fine della rappresentazione, tra le luci che squarciavano il cielo stellato dell’estate italiana, è stata pronunciata una dichiarazione ardita ed emozionante del Santo: “Non voglio vivere, non voglio morire. Voglio fare quello che Dio vuole!”.
Papa Francesco riconosce anche il valore del lavoro della Fondazione “Insieme per…” attraverso una lettera che è stata ampiamente divulgata sulle rive del Lago San Pietro. Il Papa ha scritto agli organizzatori dell’evento, poiché si trovava a Rio de Janeiro, per la Giornata Mondiale della Gioventù, per dire che si sentiva felice di sapere che, quest’anno, lo spettacolo è stato realizzato per aiutare nell’assistenza dei bambini con la leucemia, “un bel sogno d’Amore e di Carità verso il prossimo che nasce dall’Amore di Dio ed è la Sua espressione più limpida”. Il Papa inoltre ringrazia ed incoraggia tutti a proseguire il cammino di servizio verso “i più poveri ed abbandonati”.
La solidarietà, la carità, la spiritualità e la vita dei Redentoristi si avvicinano a questo ambiente e al modo di vivere di queste persone che sono legate, almeno formalmente, alla Congregazione e questa è una delle espressioni che hanno maggiore impatto su chi è abituato ad assistere alle opere dei Confratelli o promosse da essi nelle Comunità di tutto il mondo.
Leggi tutto il testo sul Bollettino redentorista Scala.