Vita Redentorista 306

VitaRed11Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 2 novembre

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

_______________

1. Dalle Costituzioni e statuti 1. Statuti Generali – Sezione seconda – Il regime (Vice-)Provinciale. – – II. I Consiglieri (Vice-)Provinciali. 1. – Elezione.
a) Le (Vice-)Province devono costituire un Consiglio straordinario per trattare gli affari più importanti.
b) Come eleggere i Consiglieri ordinari e straordinari sarà determinato dagli Statuti (Vice-)Provinciali.
c) I Consiglieri (Vice-)Provinciali siano designati per un triennio, salvo quanto prescritto dal diritto orientale.
Al termine del triennio, possono essere designati nuovamente per un tempo analogo. (Stat. Gen. 158
).

______________

2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: La preghiera.

  • Chi poco ama l’orazione poco ama Dio; quando manca l’orazione manca lo spirito, mancano li buoni desideri e manca la forza di camminare avanti. (S. Alfonso).
  • Testimonianza = P. Paolo Cafaro – P. Luigi Bronchain. – Leggi tutto.

__________________

02novembre2

3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi di Italia – Roma Merulana.
2013 – Tutto è per la missione – Note di spiritualità.
di P. Serafino Fiore

Mandati perché chiamati
È la missione il centro di gravità del tema del sessennio. Predicare il vangelo, rinnovare il cuore e la speranza: tutto è per la missione. La stessa ristrutturazione non ha altro motivo che suscitare una nuova disponibilità missionaria, dicono i primi due principi del processo.

Non troviamo la stessa chiarezza di orizzonte nella nostra vita quotidiana. La geografia della Congregazione è cambiata. L’Occidente non riesce più ad inviare missionari come ha fatto per secoli, e il resto del mondo non sembra pronto a ripercorrerne il tragitto in senso contrario. Il dialogo interreligioso ha fatto ritenere superfluo, a torto, l’annuncio del vangelo agli “infedeli”.
La secolarizzazione ci fa esitare nell’aggiungere una notizia in più, il vangelo, a un mondo che di notizie ne ha già troppe. Tutti siamo esposti al rischio di isolarci, riducendo la missione ai confini di casa nostra, o in una buona gestione di una pastorale ordinaria.
Non disturbare” è diventato un ideale di vita, più che una norma di buona educazione.

Due parole possono animare una nuova disponibilità missionaria.
La prima parola è “via”. Proprio l’intrecciarsi vorticoso di percorsi e modelli di vita può fare risplendere la luce propria del cammino cristiano. Molti ancora oggi pensano che la fede sia aderire a delle norme, appartenere ad un’istituzione, frequentare la catechesi e impararne le formule. I primi cristiani erano invece convinti che la loro era una “via” (At 19,23; 9,2; 22,4). Essi percorrevano un sentiero in mezzo ad altri, che proprio per questo suscitava fascino e interesse. C’era da camminare, avendo fisso lo sguardo su Cristo, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento (Eb 12,2).
La nostra stessa missione di Redentoristi è seguitare Gesù, passo dopo passo, “nel predicare il vangelo ai poveri” (Cost. 1) . Senza sederci sul ciglio della strada. Coltivando una santa inquietudine, materia prima della missione.

La seconda parola è vocazione, la stessa su cui recentemente il Governo Generale ci ha invitati a riflettere e pregare. Missione non è altro che trasmettere agli altri una bellezza sperimentata, sentita, diventata per noi motivo di gioia. Veniamo da anni di ricerca: progetti avviati e spesso falliti, metodi e strategie pastorali. E se trasmettessimo agli altri, a cominciare dai giovani, l’esperienza che più conta, quella di sentirsi amati da Dio in Gesù Cristo? Non è il caso di ravvivare in noi la seduzione di una vita bella, quella che abbiamo intravisto nello sguardo del Cristo e che ha deciso un giorno della nostra esistenza?

Ritrovare uno slancio missionario è possibile, se torniamo all’entusiasmo del nostro primo sì al Cristo che ci chiamava. Sarà la vocazione il centro che unifica le energie, in un mondo sempre più frantumato. Sarà essa a farci ritrovare l’essenziale, in una vita sempre più esposta al superfluo. Sarà la vocazione l’anima della nostra missione.

Dalla tradizione Redentorista
I nostri santi e beati sono esempio di un’esistenza maturata a partire dalla vocazione. La loro è stata una risposta eroica e concreta a bisogni urgenti e reali, tramite i quali Dio li chiamava. Il modo originale con cui hanno incarnato il carisma li rende patrimonio vero della Congregazione, quello che più vale la pena promuovere.
C’è un elemento della vita di questi uomini che ancora oggi ci parla, ed è quello relativo all’uso del tempo. Non sono persone cadute nella trappola dell’attivismo. Eppure, leggendo le loro biografie, avvertiamo il senso di una vita piena, sempre tesa all’unica cosa necessaria (Lc 10,42).

  • Per limitarci ai santi Redentoristi, è sintomatico che il nostro fondatore abbia formulato lo speciale voto di non perdere mai tempo. I biografi hanno provato a calcolare la sua agenda dal 1752 al 1762. Su ventiquattro ore, otto erano per la preghiera, una per ricreazione e pasti, dieci per il lavoro e cinque per il sonno, quando la regola ne concedeva sette e mezza.
  • E leggendo la vita di san Gerardo non abbiamo l’impressione di una vita tutta di corsa, quasi consapevole dei pochi anni di vita che essa aveva a disposizione?
  • E cosa dire dell’opera straordinaria di san Clemente, a cominciare dalla missione permanente a san Bennone a Varsavia per finire alle varie forme di pastorale tentate a Vienna?
  • Anche per san Giovanni Neumann sappiamo che la giornata cominciava alle 4,30 e terminava alle 22,30.

Oggi abbiamo certamente più orologi a disposizione.
L’uso che facciamo del tempo rimane però un indice fedele della nostra vocazione. Non solo assumendoci “ quella parte di lavoro e di oneri che derivano dalla nostra vocazione missionaria” (Cost. 39). Non solo condividendo con i poveri la legge del lavoro (Cost. 64). Ma anche cercando di vivere in modo fecondo e creativo le ore e la salute che Dio ci offre.
Leggi tutto il foglio dal sito web.

______________

4. Un Canto di tradizione redentorista
Maria, soccorrimi
(Alla Madonna del Perpetuo Soccorso)

Maria, soccorrimi
ché son tuo figlio;
o Madre, salvami
d’ogni periglio;
con occhio guardami
benigno ancor.

Maria, soccorrimi,
se il secol rio,
nemico agli uomini,
nemico a Dio,
minaccia toglierrni
fede ed amor.

Demo cantata da Anna Risi.
[audio:/TradizRedARisi/45-MariaSoccorrimi.mp3]

_________________

Apri la grande pagina delle Canzoncine di S. Alfonso

5. Una immagine al giorno.

2013 – Roma-Merulana, Centro di Spiritualità. Tutto è per la missione e l’anima della missione è la vocazione. Solo quando ci si sente “chiamati” si dona tutto di se stessi, anche il tempo, che può diventare il termometro di come si sta vivendo la vocazione e la missione.
2013 – Roma-Merulana, Centro di Spiritualità. Tutto è per la missione e l’anima della missione è la vocazione. Solo quando ci si sente “chiamati” si dona tutto di se stessi, anche il tempo, che può diventare il termometro di come si sta vivendo la vocazione e la missione.