Picone Carmine redentorista

P. Carmine Picone (1727-1795). – Italia.

P. Carmine Picone (1727-1795).

Nacque il dì 8 Ottobre dell’anno del Signore 1727 nella terra di Candida, in diocesi di Avellino.

Così egli testimonia nel processo di beatificazione di S. Alfonso:

 «Io conobbi la prima volta il Servo di Dio, mentre fui mandato dal mio Ordinario a fare gli Esercizi Spirituali per esser promosso al Suddiaconato nella casa di Ciorani, dove mi fermai per 10 giorni, e dove lo stesso Servo di Dio ci diede li santi esercizi, predicando lui la sera e il P. Villani la mattina nel suddetto anno 1749. Ebbi così la prima volta di ammirare lo zelo straordinario e fervore di spirito del medesimo, ed il frutto universale che ritrassero generalmente tutti dalle sue fervorose prediche, con comune compunzione e lacrime.
Ed allora fu ch’io m’intesi chiamato da Dio a  lasciare il mondo, invogliandomi ad abbracciare la Regola della stessa Congregazione… Mi risolsi efficacemente chiudermi nella Congregazione: al quale effetto mi portai, circa mesi cinque dopo detti esercizi, nella stessa casa di Ciorani, dove lo stesso Servo di Dio, dopo avermi esaminato intorno sì alla vocazione, che agli studi, mi ammise, e mi fe’ vestire l’abito della Congregazione il 25 ottobre 1749».

Il Catalogo Generale della Congregazione parla così di questo soggetto:

«Il P. Carmine Picone morì nella casa di Nocera, il 16 ottobre 1795. Era un uomo veramente santo, osservantissimo, mortificatissimo e distaccatissimo, fatto a posta per insegnare la virtù. Maestro di novizi, Rettore varie volte e finalmente Consultore Generale…».

Padre Carmine era cugino allo Studente Pietrangelo Picone di Manocalzati morto santamente a Materdomini.
Padre Picone prese parte al Capitolo Generale del 1764 essendo rettore di Deliceto.

Nel giugno del 1773 era rettore di S. Angelo a Cupolo quando col P. Sportelli ebbero un colloquio in Arienzo con S. Alfonso. Nel processo di beatificazione P. Picone dice:

«Parlammo con lui della persecuzione che incrudeliva contro di noi, gli raccontammo quello che si diceva per tutto, che cioè la sua scomparsa trascinerebbe tutti noi in rovina, ed egli ci ascoltò tranquillamente; poi, animato da una santa confidenza in Dio, ci disse con voce ferma: – Non temete: la Congregazione non sarà distrutta né avanti, né dopo la mia morte. Non son io, è Dio che l’ha fatta; non è opera mia, è opera di Dio.

Gli manifestammo allora le nostre inquietudini riguardo al mantenimento temporale dei componenti la Congregazione medesima. Rispose il Servo di Dio: «Abbiate fiducia nella divina Provvidenza, state tranquilli non morirete di fame.
Quando non avrete più da mangiare, ognuno si leverà il pane di bocca per darlo a voi».

Quando il Presidente P. De Paola comprò in Roma nel 1783 dai Carmelitani la chiesina col piccolo convento di S. Giuliano (ora divenuto piazza Vittorio Emanuele) vi destinò per Superiore P. Leggio, e per Maestro dei novizi P. Picone, e così ebbe l’onore e la gioia di avere per discepolo S. Clemente Hofbauer.

Nel 1755 S. Alfonso gli scriveva:

«V. Rev. seguiti con animo grande e confidenza in Dio, e non v’inquietate di niente, né v’angustiate che alcuno si  raffreddi e se ne vada.
Aiutateli per quel che si può, ma chi è difettoso e non dimostra spirito sodo, avvisatemi, che lo licenzierò. E chi resta, resta.
Resti solo chi vuol patir tutto e vuol farsi veramente santo. Chi non ha questo spirito non è buono per la Congregazione. State attento che v’obbediscano. Dite loro che i duri di bocca, o attaccati ai parenti, e stima propria non servono per noi».

(Lett. 1. 192.  Berthe. 416 a 1106).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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Nella divisione della Congregazione causata dalle iniziative del P. F. De Paola, il P. Carmine Picone si adoperò per la riconciliazione, sentendosi membro dell'unica Congregazione: fu Maestro dei Novizi a Roma (suo novizio fu anche San Clemente) e fu vicino a S.Alfonso nella sua grande sofferenza per la divisione.
Nella divisione della Congregazione causata dalle iniziative del P. F. De Paola, il P. Carmine Picone si adoperò per la riconciliazione, sentendosi membro dell’unica Congregazione: fu Maestro dei Novizi a Roma (suo novizio fu anche San Clemente) e fu vicino a S. Alfonso nella sua grande sofferenza per la divisione. (Particolare della foto inferiore: chiesa di S. Alfonso a Sciacca, Sicilia).

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