24ª settim. Tempo Ord. – Domenica – L’Amore Misericordioso
Quando era ancora lontano lo vide… ebbe compassione. (Lc 16, 20).
• Invero tu, Padre misericordioso, gioisci maggiormente per un solo pentito che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di penitenza. E noi ascoltiamo con grande gioia descrivere l’esultanza del pastore nel riportarsi sulle spalle la pecora errabonda, e raccontare della dracma ritrovata dalla donna, tra le congratulazioni dei vicini, e riposta nei tuoi tesori; e ci fa piangere di gioia la festa della tua casa ogni volta che nella tua casa leggiamo del figlio minore che era morto ed è tornato in vita, era perduto e fu ritrovato.
Tu gioisci in noi e nei tuoi angeli santificati da un santo amore…
Che è ciò, Signore mio Dio, mentre tu in eterno sei gaudio a te stesso, e alcune creature che ti stanno intorno gioiscono perennemente di te?…
Ahimé, quanto sei sublime nelle altitudini e profondo negli abissi! Eppure non ti allontani mai da noi, e noi quanto stentiamo a tornare a te!
Ebbene, Signore, agisci, risvegliaci e richiamaci, accendi e rapisci, facci sentire il tuo profumo, la tua dolcezza: amiamo, corriamo. Non è forse vero che molti risalgono a te da un abisso di cecità ancora più profondo?… Eppure si avvicinano e sono illuminati nel ricevere la tua luce, e quanti la ricevono, ricevono da ,te il potere di divenire tuoi figli.
(S. Agostino, Confessioni VIII, 3, 6 . 8; 4, 9)
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O Dio Uomo, fa’ che possiamo considerare quanto tu ci amasti puramente e fedelmente; senza misura, offrendo interamente te stesso per nostro amore. Questa purezza di amore e fedeltà umilissima, tu vuoi che ti sia in qualche modo corrisposta dai tuoi figli. Rendici dunque costanti a te fedelissimo.
O Dio Uomo, che hai conosciuto tutti i tormenti, tu ci amasti di amore tutto puro, schietto e fedele e ci hai resa chiarissima testimonianza con la tua nascita, con la tua vita e la tua morte. Ma per la nostra infedeltà dimentichiamo che per noi nascesti povero, nel dolore e nel disprezzo.
E la tua morte, pure tanto misera e bassa, sommamente dolorosa, vilipesa e ignominiosa, non ci fa continuamente morti del tutto.
(cf B. Angela da Foligno, Il libro della B. Angela 11, p 125‑6).
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da “Intimità divina”
Roma 1992