Morza Andrea redentorista

P. Andrea Morza (1739-1764) – Italia.

P. Andrea Morza (1739-1764)

Nacque in Caposele da nobile e ricca famiglia ai 17 Settembre 1739.
Nell’Istrumento della Fondazione della Casa di Materdomini il 5 dicembre 1747 fu testimone il Magnifico Onofrio Morza, Giudice di Caposele. Nel Sinodo dell’Arcivescovo di Conza Monsign. Caracciolo del 1707 si legge che in Caposele era Arciprete Curato D. Gaetano Morza.

D. Andrea all’ età di diciotto anni entrò in Congregazione, e dopo l’ anno di noviziato a Deliceto, fece la sua professione religiosa il 26 aprile 1758 sotto il Maestro P. Tannoia.

La sua vita fu breve, ma santa. Era la perla dei giovani eletti. Passò sette anni nello Studentato; e sparse sempre tal profumo di santità, che non si poteva pensare a lui senza pensare a Dio.
Mortificava il suo corpo sino al pieno esaurimento delle sue forze; la sua anima, sempre raccolta, viveva con gli Angeli: il Signore lo provò, come i grandi santi, con la crocifissione interna. Questo martirio che durò degli anni, lo ha dipinto egli stesso in alcune lettere spirituali che ricordano gli scritti di S. Teresa. Dopo siffatto terribile purgatorio il Signore lo unì a sé così intimamente che parve quasi partecipasse alla visione beatifica.

Desiderava ardentemente andare alle Missioni degl’infedeli, come lo prova la seguente lettera che scrisse a S. Alfonso il 6 settembre 1758:

«Padre mio, già il Signore per sua mera bontà si degna di accendere nel cuor mio il desiderio di dare la mia vita per esso, e non passa giorno che non vado col mio pensiero in quelle barbare nazioni, figurandomi essere in mezzo di ceppi e catene, spargendo il mio sangue per amore del mio Gesù.
Io ho una somma speranza di vedere quest’ora tanto felice per me. Il Signore sa poi quanto sia l’impegno mio nello studiare, ma solamente per questo fine, e molte volte al giorno rinnovo il mio voto fatto.
Padre mio, prego V. P. per amore di Gesù e di Maria a concedermi licenza di non mangiar carne in tutte le novene di Maria SS. di S. Teresa e del SS. Sacramento.
Finisco baciandole li santi piedi e cercandole la santa benedizione.
Suo indegnissimo figlio
Andrea Morza del SS. Redentore

Ma perché non gli fu concesso, ottenne, appena ordinato sacerdote, di essere spedito per le Missioni della Sicilia.

La domanda fu esaudita; ma dopo otto mesi, infetto di tisichezza, fu costretto a ritornare in patria a Materdomini, ove morì il 5 agosto 1764, dopo ricevuti con gran fervore i Sacramenti, e dando getti di sangue e dicendo allo Sposo dell’anima sua: «Soffro, Signore, ma non è niente ! Anche di più per voi, che avete versato tutto il vostro sangue per me».

Nell’ anno 1759 S. Alfonso scrisse allo Studente Morza le seguenti due lettere:

«Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Fratello mio, in queste cose di Regola comune, non posso dispensare. Se ogni studente volesse tenere il suo confessore particolare anderebbe a terra la Regola. Se dispenso a voi, non lo potrei negare agli altri. Facciamo così: consigliatevi col P. (Francesco De) Leo, ma poi seguite a confessarvi col Prefetto….
Fratello Alfonso del SS. Red.re

 * * *

«Viva Gesù e Maria! Ho letto la vostra, e vi dico che stiate allegramente.
Seguitate gli esercizi soliti, e non importa che li fate con tanto tedio e pena. Basta che li fate così, come vengono vengono, le comunioni ecc., e non dubitate. Colla neve fa più frutto il grano.
Non lasciate il desiderio di farvi santo, e tirate avanti, e raccomandatemi a Gesù e Maria. Vi benedico…..
Fratello Alfonso del SS. Redentore

Nell’Archivio Generalizio si conservano molte sue lettere dirette al P. De Leo, suo direttore, dalle quali si ricava che egli camminava nelle vie straordinarie.
(Lett. I- 427: Berthe 817).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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La Casa redentorista di Agrigento conserva ancora le memoria dei primi redentoristi che arrivarono in Sicilia: tra di essi ci fu il giovane P. Andrea Morza che ben presto, caduto malato, dovette far ritorno in patria.
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