Lauro Antonio redentorista

Fratello Antonio Lauro (1723-1763) – Italia.

Fratello Antonio Lauro (1723-1763)

Il Fratello Laico Antonio Lauro, emulo di S. Gerardo, fu involato alla terra in età di 40 anni.

Umile fino all’ eccesso, si deliziava degli uffizi più vili: tutti i giorni si flagellava, e talvolta con tanta asprezza, che il sangue restavagli aggrumato alle carni.

L’ ingiuria e il disprezzo erano la  sua compiacenza. Un giorno un miserabile lo schiaffeggiò, e tosto Fratello Antonio si gittò in ginocchio presentando l’ altra guancia.

La sua più gran devozione era quella di ascoltare la Santa Messa.

L’ ultimo giorno della sua vita, che fu il di 24 Gennaio 1763, il P. Mazzini celebrava il divin sacrificio in camera sua, e mentre si parava degli abiti sacerdotali, gli disse: «Padre, fate presto, perché altrimenti morirò prima di comunicarmi» .

Ricevé infatti il suo Dio quando già la morte decomponeva il suo volto, ed egli andò a fare il suo ringraziamento in Cielo.

Tutta la Comunità di Pagani con a capo il rettore P. Fabrizio Cimino rimpiansero la perdita di sì santo e laborioso fratello, ed insieme al devoto popolo gli celebrarono solenni funerali.  (Berth. 817).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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Altro Profilo

Fr. Antonio Lauro (Pasquale) (1723-1763).

Era di Castelluccio, vicino Ciorani (SA), e contadino, essendo il padre un piccolo possidente. Fu ammesso nel 1746 a seguito della missione di Lanzara; Professò nel 1748. Morì a Pagani di erisipela (un’infezione acuta della pelle).

Dopo la missione [di Lanzara] il giovane Lauro bussò più volte a Ciorani, ma inutilmente. P. Saverio Rossi lo inviò a S. Alfonso che predicava alla Rocca e fu da questi escluso perché di bassa statura, di gracile costituzione, e perché non poteva reggere alle fatiche.

Egli insistette col p. Rossi, che lo fece restare come garzone [aiutante] e non come fratello: “Mangerai fuori del refettorio e dopo la prima tavola. Alla fine io vedrò come ti sarai comportato!”. Come San Gerardo, alla fine fratello Antonio convinse tutti e fu ricevuto.

Di questo santo Fratello c’è un’ampia documentazione che ha indotto studiosi e confratelli a definirlo “degno emulo di San Gerardo”: Tutto da riscoprire.

Qui riportiamo solo alcune testimonianze della sua umiltà e pazienza in occasione della tensione dei Contaldi con i Padri di Pagani.

– “Egli, più volte, veniva chiamato da Don Francesco Contaldi sozzo, sfrattapanella, e con altri epiteti ingiuriosi…Mai egli rispose né si risentì, anzi neppure lo diceva a noi. Noi lo venivamo a sapere dalla serva e dal servo di D. Francesco… (P. Mazzini).
– “Un giorno egli zappava nell’orto di casa, e un uomo del Contaldi, stando fuori della recinzione, lo ingiuriava. Il virtuoso fratello non dava retta e continuava a zappare. Ma tanta pazienza pece infuriare l’offensore, il quale, scavalcata la recinzione, gli tirò uno schiaffo. Il buon Fratello non si risentì, anzi, postosi in ginocchio, gli presentò l’altra guancia. Questo atto confuse il cattivo uomo, che si ritirò, lasciandolo in pace”.

(da una conferenza di P. Salvatore Brugnano)

Tra i primi ed eroici fratelli coadiutori redentoristi c'è anche fratello Antonio Lauro (di lui non è disponibile alcuna immagine). Fu un degno emulo di San Gerardo e la sua vita resta tutta da conoscere.

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