Mauro Alfonso redentorista

P. Alfonso Mauro (1823-1905) – Italia.

Il P. Alfonso Mauro nacque in Andretta, il 3 marzo 1823, da D. Luigi e D. Carmela Iambrenghi di Candela (Foggia). Gli furono imposti i nomi di Alfonso, Maria, Francesco.

Stando alla tradizione popolare, la sua nascita fu il frutto di un voto che i genitori, sterili sino a quel tempo, avevano sacrato alla Vergine, consistente nella destinazione alla vita religiosa del figlio che la divina Provvidenza e misericordia si fosse benignata di concedere loro.

Fu appagato il voto dei genitori: alla età di 17 anni fu ricevuto in seno alla Congregazione. Entrò nel Noviziato il 30 maggio 1840, e vestì l’abito religioso il 22 giugno. Emise la Professione il 6 giugno 1841, ed il 30 giugno dello stesso anno fu ordinato « in minoribus » nel collegio di Deliceto. Ordinato Suddiacono il 20 settembre 1845 in Nocera dei Pagani, il 20 dicembre dello stesso anno ascese al Diaconato. Un suo zio e concittadino, Mons. D. Angelo M. Scanzano (1766-1849), vescovo di Castellammare di Stabia, gli scrisse: « Mi consolo che, sabato prossimo, sarete promosso al Diaconato. Ringraziate sempre Dio benedetto e la Nostra gran Madre Maria Immacolata che vi trovate, per intercessione di S. Alfonso, in codesta casa: casa di esemplarità e fruttuosa alla vigna di Gesù Cristo; casa rispettabile per la salvezza delle anime ».
Il 27 febbraio del 1847, dietro dispensa pontificia di 5 giorni di età, raggiunse la meta da lui ardentemente bramata: il Sacerdozio.

Si distinse molto per le sue doti oratorie ed ebbe voce sonora, molto adatta per le Missioni. Fu un celebre missionario. Alla Missione di Cairano lasciò indelebile il suo nome: dopo 40 anni, nel 1898, ancora si ricordavano le sue prediche, fatte con grande fervore di spirito.
Mentre scuoteva le anime dal torpore e dalla indifferenza, fu promulgata la legge eversiva del Governo Italiano del tempo circa la soppressione degli Ordini Religiosi. A malincuore dovette ritirarsi in famiglia, ad Andretta, ove rimase circa 40 anni.

Non dimenticando mai Materdomini, ove era vissuto nel pieno rigoglio dei suoi anni, inviò grosse somme al P. Provinciale D. Ercole Barbarulo, per riscattare il Collegio e l’annesso giardino. Pur restando nel suo paese natale, mai perdette il fervore nella pietà. Rimase sempre un perfetto religioso Liguorino.
Sensibile alle richieste degli indigenti, servendosi del vistoso censo avito, soddisfaceva con mirabile slancio i loro bisogni. Distribuiva grano e denaro specie a coloro che languivano in pietosa miseria. Interveniva premuroso quando le oneste ragazze del popolo non potevano passare a nozze, per mancanza dell’indispensabile corredo.

Non meno sensibile fu nel compimento delle opere di pietà. Lasciò denaro e terreni alla locale Congrega di Carità. De proprio provvide alla rifazione della nicchia dell’Assunta, vero gioiello di arte plastica, e della volta della navata centrale della Collegiata del suo paese, nonché alla sistemazione di opere di vero risanamento nei pressi di essa, ed alla rinnovazione della volta della grande navata del Santuario della Stella Mattutina.
Le sue opere di bene varcarono anche i confini di Andretta, per cui beneficiarono, fra gli altri, del suo spirito caritativo anche Caposele e S. Angelo dei Lombardi.

P. Alfonso soffrì con pazienza una lunga infermità e, alla età di 82 anni, munito dei conforti religiosi, rese la sua eletta anima a Dio il 16 settembre 1905.

P. Pasquale Rizzo
S. ALFONSO, anno 1955, novembre, pag. 7.

______________
Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

________________

Vai alla pagina delle Biografie di Redentoristi