13 sett. Tempo Ord. – Sabato – Colui che è
Dio onnipotente, tu sei colui che era, che è e che viene! (Ap 4, 8).
• Ti adoro, o incomprensibile Creatore, davanti a cui non sono che un atomo, un essere che dura appena da ieri, anzi appena da un’ora!
Pochi anni fa neppure esistevo e il mondo andava avanti senza di me: tu, invece, esisti dall’eternità e nulla, neppure per un solo istante, potrebbe sussistere senza di te.
Dall’eternità tu possiedi il tuo essere ‑ mistero insondabile e meraviglioso ‑ il tuo essere di Figlio nel Padre e di Padre nel Figlio. Che noi esistiamo o che non esistiamo, tu rimani immutabile ‑ il Figlio è tutto per il Padre e il Padre è tutto per il Figlio ‑ mentre ogni altra cosa non è che vanità…
O mistero adorabile! Non con la ragione , vi sono giunto: io credo.
Credo perché tu hai parlato, o Signore. Accetto con gioia la testimonianza che di te stesso hai dato. Tu sai bene .chi sei: chi altrimenti potrebbe saperlo? Certo non io, polvere e cenere; solo quello che tu mi hai detto, io so.
Accetto la tua testimonianza, o mio Creatore, e credo fermamente e’~ ripeto, dopo di te, quello che non capisco, perché voglio vivere nella fede. Preferisco credere in te che confidare in me stesso.
Dio infinito, dall’eternità, per te stesso, tu sei tutto. Il Padre è tutto per il Figlio e il Figlio per il Padre: non devi tu essere tutto per me, povera creatura, tu così grande per me così piccolo?
(J. H.. Newman, Maturità cristiana p 271‑2).
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• O Signore, tu che fai splendere il volto del sole sui buoni e sui malvagi fa’ risplendere il tuo volto su di noi… Illumina su di noi la tua immagine, illumina il tuo volto che è in noi.
Hai impresso in noi il tuo volto, ci hai fatti a tua immagine e somiglianza… La tua immagine non deve però restare nelle tenebre; invia un raggio della tua sapienza che dissipi le nostre tenebre si che rifulga in noi la tua immagine.
Fa’ che noi ci riconosciamo tua immagine…
Io sono nelle tenebre dei peccati, Signore. Fa’ che con un raggio della tua sapienza si dissipino le mie tenebre e si manifesti il tuo volto. E se, per mia colpa, questo tuo volto apparirà alquanto deforme, sia restaurato da te ciò che da te era stato formato.
(S. Agostino, In Ps 66, 4)
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da “Intimità divina”
Roma 1992