P. Gaetano Damiani (1878-1946) – Italia.
Chi non conosceva il P. Gaetano Damiani?… Le sue elette doti di mente e di cuore, lo zelo ardente, l’aiuto generoso prodigato a migliaia di persone l’avevano reso nei paesi meridionali assai popolare. Tutti erano rapiti dalla sua squisita amabilità: la sua scomparsa quasi repentina accaduta in Castellammare di Stabia, l’8 luglio 1946, suscitò un lutto generale.
Entrato a 15 anni nella Congregazione Missionaria di S. Alfonso, si fece subito notare per la sua bontà e profonda intelligenza. Per oltre un cinquantennio ne fu splendido ornamento.
Esordì la brillante carriera sacerdotale con l’apostolato della scuola: per tre lustri fu il Maestro amatissimo di una eletta schiera di alunni Redentoristi. Scoppiata la guerra Europea del 1915, dalla cattedra passò agli accampamenti militari e per un triennio servì fedelmente la Patria. Gli Ufficiali e i Soldati ammirarono l’operoso ministero del P. Damiani, che sotto la casacca non smentiva il suo spirito alfonsiano.
Ritornato nei nostri Collegi intraprese con entusiasmo le sante Missioni, compiendo un bene incalcolabile tra le anime. Per sei anni percorse quasi tutti gli angoli delle tre provincie della Calabria. Evangelizzando le masse popolari, trovava il tempo per predicare Esercizi spirituali ai Sacerdoti e alle Suore con viva soddisfazione dei Vescovi.
Dalle coste joniche venne chiamato al Santuario Gerardino di Materdomini: vi dimorò oltre sei anni, risolvendo con ferrea volontà difficili problemi. Innanzi tutto valorizzò e incrementò la tipografia, motorizzandone le macchine ed acquistando nuove serie di caratteri. In pari tempo iniziò diverse pubblicazioni storiche ed ascetiche per propagare maggiormente il culto del Taumaturgo S. Gerardo. Accrebbe la famiglia degli abbonati al Periodico mensile, elevandoli da cinque migliaia a 25 mila. E lo diffuse non solo in Italia, ma anche all’estero. Il P. Damiani, sempre dinamico, attuò l’arduo disegno di stampare il periodico in spagnolo, francese e inglese.
Della sua produzione personale sono rimaste celebri la Filotea Gerardina e il dramma intitolato l’Innocenza riconosciuta.
Nel frattempo dirigeva i lavori della Basilica con alacrità straordinaria. Condusse a termine la facciata monumentale in travertino lavorato, ornò il tempio di pilastri di granito di Baveno, inaugurò l’orologio sulla facciata del Collegio, ampliò la piazza, ove sorge il monumento, e fornì di illuminazione elettrica anche la borgata di Materdomini.
Indi incontriamo il P. Damiani nel Sannio (a S. Angelo a Cupolo) come rettore del nostro collegio di studi; visse coi nostri chierici per un triennio.
Nel 1934, il Papa Pio XI affidava ai Padri Redentoristi l’ufficiatura della Basilica pompeiana del Rosario, e il P. Damiani fu nominato primo rettore di quella comunità, che governò paternamente per 8 anni. E qui l’attività, come altrove, fu instancabile.
L’Ecc.mo Prelato mons. Anastasio Rossi, che l’ebbe carissimo, gli affidò la direzione delle Orsoline, l’assistenza della gioventù femminile di Azione Cattolica, la Revisione della stampa. E fu anche promotore della fede nel processo informativo del servo di Dio Bartolo Longo. Nel 1936 fu inviato a Lourdes, nella Francia, quale rappresentante del Santuario di Pompei.
Da Pompei a Pagani, accanto alla tomba di S. Alfonso, che in tutta la vita aveva sempre amato ed onorato, predicandone le lodi, e fondando e dirigendo sino al 1940 la Rivista mensile “S. Alfonso”. Qui la salute andò rapidamente declinando: il diabete ebbe il sopravvento e in breve lo condusse al premio delle lunghe fatiche apostoliche e letterarie.
La figura simpatica del P. Damiani sia impressa nella memoria di tutti i nostri amici, e li spinga a lavorare per il trionfo della Religione in Italia, e ad accrescere il numero dei devoti di S. Alfonso nel mondo.
Era nato a Castellammare di Stabia il 10 febbraio 1878; aveva professato il 12 febbraio 1894; giungeva al sacerdozio il 15 agosto 1900,
P. Paolo COMPARELLI
in S. ALFONSO, anno 1947, pag. 13.
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Altro Profilo
Il santuario di S. Gerardo ha conosciuto pochi rettori, che hanno saputo eccellere contemporaneamente per bontà di cuore, per altezza di ingegno, per una attività multiforme come il P. Gaetano Damiani. La notizia della improvvisa scomparsa ha suscitato vivissimo rimpianto in tutti.
Il giorno 7 settembre 1921 giungeva su questo colle per assumere la direzione del santuario. Veniva con un programma ben preciso: dare più ampio respiro al culto gerardino specialmente per mezzo della stampa. Basta gettare uno sguardo alla attività della tipografia durante il primo anno di rettorato per farsi una idea di come attuava il suo programma.
Immediatamente il Periodico da bimestrale passava mensile e contemporaneamente uscivano dalla tipografia 6.000 vite di S. Gerardo, 30.000 massime eterne, 10.000 Filotee Gerardine, 4.000 drammi sacri, 150.000 fogli di preghiere, 30.000 libretti di associazione e moltissimi altri lavori.
Come primo benefico effetto si ebbe un movimento straordinario di pellegrini non mai raggiunto negli anni precedenti, anche perché il P. Damiani era riuscito ad attuare un servizio automobilistico che rendeva più facile l’accesso al santuario.
Mise un amore grande per rendere più maestosa e bella la Basilica. I restauri si susseguivano gli uni agli altri con rapidità straordinaria: nuova facciata, nuova cappella del santo, nuova sacrestia, accomodamenti alle stanze di S. Gerardo, con una preziosa raccolta di reliquie. Aggiungiamo il rifacimento della facciata del collegio con l’impianto di un grande orologio e, dono ancora più prezioso per la Basilica e il paese: la luce elettrica.
Sembrava che la sua attività apostolica, la sua grande passione, dovesse estinguersi; trovava invece il tempo per svolgere un fecondo apostolato di bene. Fece rivivere le agonizzanti associazioni dei gerardini e delle gerardine, con catechismi, istruzioni, riunioni e con la organizzazione di una buona fanfara. In chiesa, ai soliti esercizi, aggiunse corsi di predicazione straordinaria, anche con feste entusiastiche che vivono nel ricordo di tutti. Moltissime furono le anime conquistate dalla sua parola chiara e attraente e dalla sua grande bontà. «Il P. Rettore si attira l’affetto unanime di tutto il paese e di tutti i pellegrini, perché si dimostra sempre amico sincero e leale, pronto a difendere e a soccorrere tutti. È buono, troppo buono con tutti». Così nella cronaca del Santuario.
Per questo il suo ricordo continuerà a vivere tra noi, nelle preghiere, nel proponimento di seguire i magnifici esempi di saggezza, di bontà, di gentilezza che ha lasciato quale preziosa eredità.
S. GERARDO, anno XLVI, settembre 1946, pag. 69.
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