Vita redentorista 120

Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 30 aprile

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti
Art. 5: Gli Ufficiali della Curia generale
Il Consiglio Generale, dopo un’apposita consultazione, sceglierà gli Ufficiali maggiori, vale a dire: il Procuratore, l’Economo, il Segretario, il Postulatore Generali e costituirà quei vari organismi che crederà necessari o utili. (Cost. 120).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’Amore verso il prossimo.

  • Pensiero = Usiamo la carità anche coi nostri prossimi già morti, cioè con le anime sante del Purgatorio. Quelle sante prigioniere patiscono pene che sorpassano tutti i dolori di questa vita; ed all’incontro stanno in estrema necessità poiché da loro stesse non possono aiutarsi.  (S. Alfonso).
  • Testimonianza = su S. Clemente e S. Gerardo. – Leggi tutto.

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3. Redentoristi nel Mondo
I Redentoristi e la Madonna
Le Madonne di San Alfonso
di Sean Wales, C.Ss.R.

Quando i redentoristi capirono di dover fare in modo che la icona della Madonna del Perpetuo Soccorso fosse “conosciuta in tutto il mondo”, non capirono che Maria avrebbe fatto conoscere i Redentoristi durante il corso della predicazione. Sembra strano quindi che il titolo che noi le abbiamo attribuito sia stato sconosciuto a S. Alfonso. Sebbene non possa esservi alcun dubbio sullo “amore e devozione a Maria” di S. Alfonso, madre del Redentore.

Dal punto di vista letterario La grande opera di Alfonso, Le Glorie di Maria, ha avuto un grande successo di pubblicazioni In questa opera celeberrima vi è una vita di relazione personale con Maria. All’età di 27 anni di età dipinse quella che noi chiamiamo “La Madonna di S. Alfonso” descritta dal Padre Rey-Mermet in termini di una visone mistica: “Attorniata dalle dodici stelle dell’Apocalisse, il volto belo e spirituale di Maria trascende l’arte ordinaria.”

Alfonso considera sempre il 29 agosto del 1723 come il giorno della sua conversione. L’infame causa legale era finita, la sua vita si trovava sulle strade della croce ed era alla piccola chiesa della Mercede a Napoli dove egli andò a deporre drammaticamente lo spadino sull’altare. I Mercenari- Congregazione della Madonna della Mercede – la avevano costruita nel 13° secolo con San Pietro Nolasco per liberare gli schiavi dalla prigionia. I suoi membri erano sempre pronti ad offrire se stessi alla schiavitù volontaria per liberare i prigionieri. La Madonna della Mercede e quella chiesa speciale di Napoli rimase per Alfonso come una memoria sacra perché egli offrisse la sua vita per l’abbondante redenzione.

Nel cuore di Alfonso vi era un posto speciale per la grotta di Scala e per la sua esperienza mistica nei primi tempi della Congregazione. Egli si era abituato a riferirsi “alla Madonna della Grotta” ricordando le grazie che lì aveva ricevuto: “Quando io ero giovane parlavo spesso con la Vergine che mi dava i segni di tutti gli eventi della Congregazione.” Quando gli fu chiesto dal Padre Di Costanzo, suo ultimo confessore, che cosa lei gli diceva, egli rispondeva: “Cose molto belle“. In età avanzata si sentiva spesso dire: “O mia grotta, o mia grotta, come desidero gioire nella grotta.”

Alfonso teneva una riproduzione della Madonna del Buon Consiglio sul suo tavolo ed invitava i suoi visitatori a pregare la Madonna sotto questo titolo. Originariamente, in una icona primitiva albanese, la Madonna del Buon Consiglio (o Madonna del Paradiso) era molto popolare in una parte dell’Italia, come era ritenuta l’attuale Madonna di Genazzano – tra Roma e Napoli. La devozione alla Madonna del Buon Consiglio era stata approvata dal Papa nel 1682, quattordici anni prima della nascita di Alfonso.

Maria dal titolo di Immacolata Concezione era tanto cara ad Alfonso che egli fece voto di difendere questa dottrina e invitava i primi redentoristi a fare egualmente. Egli scelse come Patrona della sua nuova famiglia religiosa Maria, sotto il titolo di Immacolata Concezione. Per Alfonso la devozione a Maria faceva parte del nostro rapporto con Gesù Redentore; nella Immacolata Concezione egli vedeva una visione della umanità redenta, nella quale Maria ha un ruolo unico, ma nel quale ogni essere umano è chiamato alla santità. La mariologia di Alfonso era pratica e pastorale. Egli sapeva che il giansenismo rendeva arido lo spirito dell’uomo e cosa era il calore e la gioia dell’umanità redenta.

Quando arrivò alla questione di come Maria continua partecipa nell’opera della redenzione, Alfonso ebbe pochi scrupoli nel promuovere la devozione a Maria Mediatrice di grazia. Egli comprese la maternità universale di Maria ed il suo ruolo impareggiabile nella economia della grazia. Se noi siamo chiamati a dare la nostra vita per l’abbondante redenzione si può vedere Maria che dà la sua vita in maniera straordinaria ed essere la corredentrice per tutti noi sotto la guida dello Spirito santo. Noi siamo chiamati” come aiuto, consoci e ministri di Gesù Cristo nella grande opera della redenzione” e nessuno lo è più di Maria, Madre del Redentore.

Gli scrittori moderni pongono l’attenzione direttamente su Alfonso nell’atmosfera vivace ed emotiva dei Borboni di Napoli. Nella sua devozione a Maria Alfonso era di fatto sempre pastoralmente sensibile ai suoi lettori. Egli voleva presentare una Madonna che era vicina ai poveri abbandonati, egli voleva toccare il cuore più che la testa dei suoi lettori; egli voleva dare al popolo una devozione pratica, che affondava le radici sulla conversione a Gesù Redentore.
L’amore è per Alfonso la chiave della devozione a Maria e l’amore è la chiave per la tradizione della Mariologia pastorale che noi abbiamo ereditato. L’amore è la chiave delle Glorie di Maria e l’amore è il significato di come Maria serve il ministero della redenzione” come aiuto perpetuo del popolo di Dio in Cristo”. Sud.
Articolo tratto da Scala BollettinoLeggi tutto.

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4. Un canto della tradizione Redentorista
50. Maria del Ciel Regina
A Maria sotto il titolo di Pastorella. – Mp3 al piano: Reyco Emura

Maria del Ciel Regina,
Divina Pastorella,
ecco una pecorella,
che si presenta a te.

La pover’ alma mia
da’ lupi è combattuta,
e quasi è già caduta
in man del lor furor.

Tutto l’inferno unito
congiura a danno mio,
perduta già son io,
se non mi aiuti tu.

[audio:/TradRedent/Trad50.mp3]

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5. Una immagine al giorno.

La presenza della Madonna nella vita di S. Alfonso e dei primi Redentoristi era forte e sensibile: la devozione verso di lei diventava una vera palestra ascetica per imitare le virtù della Madre di Dio. Nell’iconografia redentorista abbastanza visibili sono le testimonianze di questa materna presenza.