Romeo Vincenzo redentorista

Fratello Vincenzo Romeo (1880-1961) – Italia.

A Pagani, il 10 gennaio 1961, è morto il Fratello Coadiutore Vincenzo Romeo. « Coraggio, anima mia, il tempo passa e l’eternità si avvicina » aveva scritto su un pezzo di carta, per due volte, qualche tempo fa fratel Vincenzo, che silenziosamente ha chiuso la sua giornata.
Da qualche giorno s’era manifestato uno stato tossico con aumento del tasso azotemico e bronco polmonite. Ma le condizioni generali, anche se destavano preoccupazione, non facevano prevedere così immediata la catastrofe. Al mattino gli si erano praticate le iniezioni con gli altri farmaci prescritti e, successivamente, il P. Rettore ed altri confratelli erano stati con lui a parlare sino a mezz’ora prima della morte. All’improvviso si è piegato su se stesso ed è spirato.
Anima semplice, buono, docile, umile, paziente, silenzioso, ritirato, sempre rassegnato alla volontà di Dio, ubbidiente, non si è mai lamentato e né mai ha chiesto qualche cosa.

Ricevuto a Pagani nel 1900, professava a Ciorani il 13 gennaio 1912. Era lieto; quel giorno era tutto suo. « Uno è stato il palpito, uno il sospiro fin dal principio del mio noviziato. Ho sospirato finché ho visto il giorno più bello della mia vita: il giorno della mia professione religiosa; il giorno della mia consacrazione intieramente senza alcuna riserba… ». Così scrisse in quel giorno nella pace beata della Casa di Ciorani. E nei suoi 59 anni di vita religiosa è stato fedele alla sua vita di Redentorista e di Fratello Coadiutore.

Ha servito la Patria da permanente e poi da richiamato nella guerra del 1914-18. Le rive dell’Isonzo sono state inzuppate anche del suo sudore. Nel 1919, al ritorno dalla guerra, spronava sé stesso con queste parole, che sono programma e rivelazione della sua anima sempre unita al Signore: «Fratel Vincenzo, ricordati le promesse che facevi a Dio al fronte nei prossimi pericoli di morte e quando ti vedevi oppresso di fatica e così estenuato di forze. Cerca adesso di non dimenticartene per essere grato a Dio e alla SS. Vergine, chè ne hai sperimentato abbastanza la protezione, e quella ancora delle anime del Purgatorio… ».

Varie case hanno usufruito del lavoro assiduo del buon Fratello Vincenzo. Cortona (Arezzo), Angri, S. Antonio a Tarsia, Pagani, Pompei, Teano, Scala. Qualche anno addietro esprimeva il desiderio di voler passare gli ultimi anni a Pagani per chiudere gli occhi accanto a S. Alfonso: e la Casa Madre gli apriva le porte per dare un po’ di riposo alla sua malferma salute ed alla sua età avanzata.

Spirito pacifico non ha dato mai fastidio ad alcuno. Uomo di orazione e di preghiera leggeva sempre le Vite dei Santi. Libri suoi preferiti erano la Pratica di amar Gesù Cristo e le Massime Eterne del N. S. Padre.
Devoto delle anime del Purgatorio recitava spesso, se non ogni giorno, l’Ufficio dei Morti.
Alla scuola del Servo di Dio P. Leone e di altri venerandi Padri e Fratelli aveva ereditato una pietà sincera, serena, della genuinità alfonsiana.

Aveva 80 anni compiti, mesi 2 e giorni 2 essendo nato a Maddaloni (Caserta) l’8 novembre 1880.

P. Domenico Farfaglia
Superiore Provinciale

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

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Altro profilo

Fr. Vincenzo Donato Romeo
di Leonardo e Angela Senneca.

Nato a Maddaloni (Dioc. e Prov. di Caserta) l’ 8.11.1880 = Prof. 13.1.1912 = + a Pagani 10.1.1961.

Itinerario eseguito per ubbidienza perfetta:

  • Nel  1913 è a Pagani (fra uno sciame di venerandi Fratelli).
  • Nel 1914. ad Avellino (con Alfonso Astuto e Giovanni Gioia).
  • Nel 1924 a Cortona (aiuto ai nostri numerosi Studenti).
  • Nel 1930 a Marianella (col Fr. Carmine).
  • Nel 1936 a Pompei (coi Fratelli Giovanni G., Giulio ecc.).
  • Nel 1942 a Marianella (con Fr. Clemente).
  • Nel 1945 a Scala e nel 1948 a Teano (col Fr. Luca).
  • Nel 1955 di nuovo a Scala e nel 1960 a Pagani( (per riposo, ove morì).

“Questo caro fratello nostro fin da ragazzo, frequentando le scuole elementari paesane, apprese pure il mestiere di falegname, che abbandonò appena fatto religioso per le varie occupazioni di Comunità, volute dai suoi Superiori.
Di carattere piuttosto calmo e semplice, era umile, senza osten¬tazioni, in tutte le sue mansioni e sempre compiacente al voler degli altri.
Nei primi tempi fu assegnato ad Angri, ove egli si trovava tanto bene assistento quei vecchi Religiosi. Di là passò a Ciorani per la Vestizione e Primo Noviziato. È stato utile in ogni Collegio e sem¬pre caro a tutti per dolcezza.
Durante la prima Guerra Mondiale 1915/18 fu per molto tempo in zona di guerra, destinato di frequenza a fare da conducente, cioè doveva guidare carovane di muli per trasporto di munizioni o di derrate alimentari “sussistenza”.
Terminata la guerra subito fé ritorno alla sua Casa Religiosa Avellino sempre disposto ai comandi dei Suoi Superiori. Nel tempo che i nostri Studenti furono trasferiti a Cortona, egli fu mandato per aiuto a quella Comunità. ove diede esempi di raccoglimento, di operosità, di pietà senza pari.
In ultimo lo troviamo a Pagani per assistere fraternamente il nostro Fr. Ciccillo Marcone.
“La sua morte fu da vero figlio di S. Alfonso, quieta e tranquilla, come sempre aveva vissuto, perfettamente rassegnato all’obbe-dienza “Programma di tutta la sua vita”. Se ne uscì dal mondo in punta dei piedi, senza disturbare nessuno e senza elogio funebre. Anche gli angeli se lo presero, perché prezioso al cielo, senza nemmeno rumore di ali” (F.M.F.).

Fr. Vincenzo (a voce di tutti) era un Religioso buono, umile, servizievole, silenzioso, devoto, frequentando la confessione bisettimanale e la S. Comunione quotidiana con un vero trasporto. Nel trien¬nio 1942-45 sotto i bombardamenti di Marianella era sempre rasse¬gnato alla Volontà di Dio. Raccolto in un cantuccio della piccola chiesa pregava fiducioso con tutti noi. Pazientemente sopportava tutti i lavori. Chiamato le cento volte dal Superiore, sempre si ar¬rampicava per due piani a doppia rampa di ripida scala. Una volta, e forse più, l’ho visto piangere, perché chiamato fino a sopra per domandargli se avesse messo il sale nella minestra!… Esempi che non troviamo neppure al tempo degli antichi Padri!
Prima di morire l’ho rivisto a Pagani, ove poteva fare più ragionevolmente la santa Volontà di Dio nella tranquillità della sua vita religiosa in pratiche di pietà e perfetto raccoglimento. Sentiva in sé la presenza di Dio e desiderava di gettarsi fra le braccia di Lui!

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Profilo tratto da
Ricordo di fraterni amici.
del P. Francesco Santoli, Lioni 1980

FratelloVincenzo Romeo, redentorista amato e apprezzato per la sua laboriosità ed umiltà. Alla scuola del Servo di Dio P. Leone e di altri venerandi Padri e Fratelli aveva ereditato una pietà sincera, serena, della genuinità alfonsiana.

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