Fratello Francesco (Clemente) Scarpato (1906-1965) – Italia.
All’alba di domenica del 18 luglio 1965, festa del SS. Redentore, il fratello coadiutore Francesco Scarpato (Clemente) è morto a Morcone per la rottura di una vena varicosa.
Era nato il 13 gennaio 1906, ad Angri; ed era stato ammesso alla professione il 27 giugno 1927.
Era stato in diverse case, come Napoli, Marianella, Francavilla Fontana, esercitando ovunque con docilità e umiltà gli uffici a cui era assegnato.
Secondo le proprie capacità e possibilità fisiche ed intellettuali, disimpegnava le sue mansioni nel miglior modo possibile.
Amava la sua vocazione di redentorista, e veniva sostenuto dallo spirito di preghiera, di devozione mariana ed eucaristica.
Dagli atti personali.
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
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Altro profilo
Fratello (Clemente) Scarpato Francesco
di Salvatore e Maria Esposito.
Nato ad Angri (Dioc. di Nocera Inf. e Prov. di Salerno) il 13.1.1906 = Prof. 27.6.1927 = + a Morcone 18.7.1965.
- Nel 1927 a S. Andrea I. (coi F.lli Luca, Carmine, Domenico G.), a Francavilla F.
- nel 1930 (con Fr. Enrico e Fr. Ignazio) e ad Avellino nel 1936 (Fr. Giacomino).
- Nel 1942 a Marianella (con Fr. Vincenzo M.).
- Nel 1948 a Corato (coi F.lli Cesare e Carmine)
- Nel 1955-1960… Francavilla (coi F.lli Enrico e Marcellino).
- Nel 1963 a Morcone (con Fr. Salvatore Russo).
Il nostro Fratello Alfonso Esposito, suo zio materno, lo condusse a Ciorani nel 1921 per adibirlo a qualsiasi lavoro, anche da oblato e senza farsi fratello professo. Ma poi fu stimato dai nostri Superiori di aggregarlo alla Congregazione.
Il P. Vitullo Michele gli insegnò il modo di cucinare quando stavano a Tropea; così lo rese utile alla cucina nelle varie Comunità, benché solo in cose molto ordinarie, ponendovi tutta la sua attenzione: il meglio che sapeva fare!
Era buono, ma facile all’impazienza istantanea, per la sua ignoranza e scarsa educazione sociale; nel complesso si rendeva utile!
Praticava la Regolare pietà, con costante confessione e quotidiana comunione e tutte le pratiche di religiosità.
Era però trascurato nella persona e nella stanza, ma ascoltava le nostre buone esortazioni e richiami. Con le belle maniere si rabboniva e faceva molte cose buone, rendendosi affabile e servizievole in molte cose, anche nel giardino, quando si vedeva lodato. Lo avevamo facilmente compreso per ottenere anche il di più dalle sue capacità.