2 Quaresima, lunedì – Siamo stati ribelli
Signore, che io mantenga puro il mio cammino comportandomi secondo la tua parola (Salmo 119,9).
• Signore, Dio grande e terribile, che mantieni il patto e la misericordia con quanti ti amano e con quanti osservano i tuoi precetti, noi abbiamo peccato, abbiamo commesso iniquità ed empietà, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi precetti, dalle tue direttive. Non abbiamo ascoltato i tuoi servi, i profeti che parlarono in tuo nome…
A te, o Signor, la giustizia; a noi la vergogna sul volto… perché abbiamo peccato contro di te. A1 Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati a lui…
Ora esaudisci, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le suppliche; risplenda il tuo volto sul tuo santuario devastato, per riguardo a te stesso, Signore! Porgi, Dio mio, il tuo orecchio e ascolta; apri i tuoi occhi e vedi le nostre rovine…
Sì, non per i nostri meriti noi ti umiliamo le nostre suppliche, ma per la tua grande misericordia. Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, mostraci attenzione e intervieni!
(Daniele 9, 4‑9.17‑19).
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• O quanto è dolce e gloriosa questa virtù dell’obbedienza, in cui sono tutte le altre virtù, perché ella è concepita e partorita dalla carità. In lei è fondata la pietra della santissima fede. Ella è una regina tale che chi la sposa non sente verun male, ma sente pace e quiete. Le onde del mare tempestoso non gli possono nuocere e non l’offendono per nessuna tempesta…
Non sente l’odio nel tempo dell’ingiuria perché vuole obbedire e sa che gli è comandato di perdonare. Non ha pena che il suo desiderio non sia soddisfatto perché l’obbedienza gli fa desiderare solamente te, Signore, che puoi, sai e vuoi compiere i desideri suoi… E così in ogni cosa trova pace e quiete…
O obbedienza che navighi senza fatica, e senza pericolo giungi al porto di salute! Tu ti conformi col Verbo unigenito Figliolo di Dio; tu sali nella navicella della santissima croce per sostenere… l’obbedienza del Verbo e non uscire dalla dottrina sua!
(S. Caterina da Siena, Dialogo 155, p 451).
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da “Intimità divina”
Roma 1992