Memoriale 10 dicembre

10 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – 1742. La grande opera apostolica del Venerabile [Beato] Sarnelli: l’orazione in comune nelle parrocchie.

1742 [1740]. La grande opera apostolica del Venerabile [Beato] Sarnelli: l’orazione in comune nelle parrocchie.

San Carlo Borromeo, suscitato da Dio, aveva stabilito l’orazione in comune nella sua diocesi per contrapporre una opposizione ferma alla pretesa riforma, ed egli poté vedere, nel tempo, la sua grande diocesi trasformata.
Il Venerabile [oggi Beato] Sarnelli, sul suo esempio, volle stabilire questa istituzione nelle chiese e le famiglie, per assicurare il frutto delle missioni. S. Alfonso diceva ad un vescovo sull’utilità delle Missioni in una sua lettera: «Se il frutto della missione non si prolunga oltre, è perché non si invita il popolo alla meditazione ed alla visita al Santissimo Sacramento».
Il Venerabile [oggi Beato] Sarnelli volle tutelare il successo del suo apostolato con la pubblicazione di un libro: Il mondo santificato. Egli spiega in dettaglio come procedere: tutto è chiaro, pratico, conforme all’esperienza ed alla tradizione cattolica. L’iniziativa fu accolta bene, abbracciata con ardore, propagata con grande zelo a Napoli e nei sobborghi, villaggi e frazioni, nelle chiese, nelle comunità e nelle famiglie, ed anche in numerose diocesi.
Diceva S. Alfonso:  «Questo libro ha santificato, in qualche modo, il mondo intero per il grande bene che ha operato». E non esitò a metterlo a confronto con opere più famose: «Chi vuole istruirsi a fondo sull’orazione e sul modo di farla –  scriveva il 10 dicembre 1742 – deve consultare la Guida spirituale del P. Du Pont o Il mondo santificato del P. Sarnelli».
Questo libro, infine, destinato a mantenere l’orazione in comune, ebbe, ancora vivente l’autore, un successo incredibile. In meno di trent’ anni, dal 1820 al 1848, si sono succedute rapidamente trenta edizioni.
P. DUMORTIER. Vita del P. Sarnelli 107 e seg.

Il Beato Sarnelli nel desiderio di tutelare il bene fatto col suo apostolato dela predicazione pensò già nel 1740 la pubblicazione di questo libro: Il mondo santificato, dove egli  spiega in dettaglio come procedere nella orazione in comune in maniera sistematica (Raccolta Marrazzo).

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1761. Inizio della Provincia siciliana a Girgenti [Agrigento].

Una singolare avventura aprì ai Redentoristi le porte della Sicilia. Un truffatore abusava del nome di S. Alfonso per chiedere offerte in favore delle missioni. All’ufficio postale si impossessava delle sue lettere e metteva in tasca il denaro che veniva mandato.
Un giorno il fratello Tartaglione si trovò all’ufficio prima del truffatore, ritirò una lettera del vescovo di Girgenti indirizzata al santo Fondatore in cui gli mandava una somma di venti ducati.
Il vescovo informato che era stato imbrogliato da un truffatore, pregò S. Alfonso di custodire questo denaro e conoscendo il gran bene che i suoi missionari producevano nelle anime, sollecitò una fondazione in Sicilia.
Il dotto e devoto Padre Paolo Blasucci fu il superiore. Quattro Padri e due Fratelli l’accompagnarono. il loro viaggio fu avversato da una tempesta di mare, da piogge torrenziali sulla terra e dalla morte di uno dei Padri. Il 10 dicembre 1761, facevano il loro ingresso a Girgenti, una folla entusiasta ed acclamante era andata loro incontro.

Agrigento – La chiesa dedicata a S. Alfonso in una recente foto di Gabriele Bruccoleri e lo stemma redentorista che si vede sulla volta della sacristia.

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IN MEMORIAM 

Fr. Ambroise, (Jean Caudron). Gérimont, 1903.
Fratello Ambroise nacque il giorno 8 maggio 1838 a Coume, diocesi di Metz.
Era sarto di mestiere e si fece notare per la grande bontà e il grande spirito di preghiera. Aveva sritto nei suoi propositi: «Voglio osservare la santa Regola fin nei minimi dettagli, custodire il silenzio, non mancare alla carità, ubbidire sempre ed adoperare bene il mio tempo, o lavorando, o pregando».
– Per ottenere la grazia di morire durante l’ottava dell’Immacolata Concezione, portava tre volte la settimana il cilicio e digiunava il sabato. Dio esaudì la sua preghiera. Morì il 10 dicembre a Gérimont. – «Portio mea Domine, dixi custodire legem tuam». Sal. 118.
Professione:· 8 maggio 1870.

Gérimont, Belgio. Veduta del vecchio castello. In questa Casa sono stati presenti i Redentoristi dal 1903 al 1909.

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Fr. Hermann (Schuble). Téterchen, 1911,
Hermann Schuble venne al mondo, il 12 febbraio 1877, a Pfaffenweiler, villaggio del Baden situato in Brisgovia.
Grazie ai numerosi lavori apostolici predicati nella sua parrocchia dai Padri Redentoristi dell’Alsazia, conobbe la Congregazione e vi entrò il 24 luglio 1899.
Fratello Hermann era un fratello serio, virtuoso, amante dell’osservanza regolare e cercava di progredire sempre. Amava la famiglia religiosa; il pensiero di essere infedele lo riempiva di spavento. Possedeva tre preziose garanzie che assicurano la sua perseveranza: una solida pietà, una fiducia senza limiti nella Madonna ed una grande franchezza verso i Superiori.
La virtù non sempre fu cosa facile per lui. Per tutta la vita dovette lavorare sul suo carattere. Il coraggio per questo lavoro non gli venne mai meno. Pregava nei momenti difficili, per potere mettere in pratica il suo motto: «Anche se gli altri non osservano la Regola, io devo osservarla; non devo guardare agli altri; il mio solo desiderio è di piacere a Dio».
Questo desiderio di piacere a Dio gli diede la pazienza e la rassegnazione nelle croci da sopportare. Spesso, prima di morire, posava lo sguardo su un’immagine della Madonna, dicendo: «Madre mia, quanto tempo ancora!».
Questo desiderio del cielo dissipò i suoi timori a proposito del purgatorio. Custodì la lucidità fino all’ultimo momento e morì circondato dai confratelli, in perfetta rassegnazione alla volontà di Dio. – –«Pax multa diligentibus legem tuam». Sal. 118.
Professione: 19 marzo 1902.

La gloriosa Casa di Téterchen in Francia: dal 1847 al 1959 (anno della chiusura) vi sono passate generazioni di redentoristi.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
AMORE ALLA CROCE = 10 dicembre
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