P. Salvatore Rizza (1928-2000) – Italia.
A distanza di un mese dalla morte del P. Salvatore Rizza, con questa mia intendo ricordare, sia pure brevemente, alcuni tratti della vita e della figura del caro confratello.
P. Salvatore, nacque a Rosolini in provincia di Siracusa il 28 novembre 1928 da Luigi e Francesca Conti. Nel 1940, all’età di dodici anni, seguendo il fratello Giuseppe entrò nell’educandato di Castroreale, ove trascorse i tre anni di scuola media e i due di ginnasio.
Nel settembre del 1945 fece l’ingresso nella casa di Noviziato a Ciorani, dove, sotto la guida del Maestro P. Farfaglia , il 29 settembre del 1946 emise la professione religiosa. Trascorse gli studi filosofici e teologici a Cortona dove il 29 settembre del 1949 emise la professione perpetua.
Il 12 aprile del 1953 venne ordinato sacerdote dal“ l’arcivescovo di Palermo, card. Ernesto Ruffini nella nostra chiesa di Uditore, eretta da poco a chiesa parrocchiale e priva di vetrate e pavimenti a causa dei lavori di ampliamento in corso.
Subito dopo l’ordinazione, venne assegnato nella comunità di Agrigento e successivamente venne a Castroreale, dove risiedette come assistente degli educandi fino al 1955. Trasferito a Uditore fu, per tre anni vicario cooperatore del padre Giosuele Parlato e alla scadenza del triennio fu nominato superiore e parroco.
In questo periodo, mostrò grande dinamismo: completò il restauro della chiesa, la decorò e fece collocare il pavimento in marmo, rifece il cinema parrocchiale, costruì la palestra all’aperto al posto del giardino.
Alcune di queste opere non trovarono consenso né presso la comunità né presso i fedeli; specialmente la palestra gli procurò grandi dispiaceri a causa della promiscuità che si venne a creare, allora era una grande novità ed alcuni fedeli tempestarono di lettere il card. Ruffini costringendolo a rimuovere il p. Rizza dall’ufficio di parroco. La cosa procurò al padre una forma di abbattimento .
Rientrato in Provincia, dopo una esperienza trascorsa prima nella diocesi di Tivoli con il vescovo Giaquinta e poi nell’archidiocesi di Messina, venne assegnato a Messina dove si dedicò allo studio conseguendo la licenza in teologia, presso l’università Lateranense, e la laurea in pedagogia con indirizzo psicologico presso l’università di Messina.
Dal 1991 al 1995 si dedicò all’apostolato giovanile in qualità di responsabile della P.G.V.R. in Sicilia. Dal 1994 lo troviamo impegnato nel campo della predicazione che gli procurò grandi soddisfazioni.
La mattina del 19 febbraio, viene colto da malore mentre si trovava a Favara presso le suore della Redenzione, per un breve riposo dopo una predicazione tenuta a Palma di Montechiaro presso la parrocchia del villaggio Giordano.
Le suore, allarmate, chiamano prima un medico generico e poi un cardiologo che ordina un repentino ricovero in ospedale, ma l’arrivo dell’autoambulanza trova il padre già morto.
Il P. Salvatore era solito recarsi a Favara prima e dopo ogni predicazione che svolgeva in diocesi di Agrigento, poiché qui trovava tanta accoglienza e tanta stima.
I funerali si sono svolti domenica 20 febbraio alle ore 11 nella cappella del seminario minqre di Favara alla presenza di molti fedeli tra i quali numerosi giovani. provenienti da Messina, Ravanusa, Palma di Montechiaro e S. Margherita Belice.
Il funerali sono stati presieduti dal vescovo diocesano, mons. Carmelo Ferraro, con i concelebrandi: mons. Di Marco, don Gallo, segretario del vescovo, un parroco di Ravanusa e padre Rússo Giuseppe.
Alla preghiera dei fedeli ci sono state varie testimonianze in favore del caro confratello mettendo in risalto in modo particolare il suo amore verso Gesù e la Madonna.
Il P. Giuseppe Russo, al termine della celebrazione ha presentato la vita e la figura del caro confratello sottolineando l’entusiasmo con cui ha abbracciato l’attività pastorale in tutto l’arco della sua vita.
Le Suore del Redentore, con insistenza hanno fatto richiesta della salma per tumularla nella loro cappella del cimitero di Agrigento in quanto il p. Rizza aveva espresso il desiderio di essere seppellito accanto al padre Giammusso.
Siamo certi che il confratello ha potuto riascoltare le parole di Gesù: “Vieni servo buono e fedele: entra nella gioia del tuo Signore”. La sua dinamica testimonianza di vita consacrata possa suscitare nei giovani che ha conosciuto e servito, il desiderio della vita Missionaria Redentorista.
P. Antonio De Luca
Superiore Provinciale
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Dalla Lettera Circolare
del 19 marzo 2000
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