Donadio Guglielmo redentorista

P. Guglielmo Donadio (1911-1997) – Italia.

La terrena esistenza di P. Guglielmo Donadio si è conclusa alle ore 6,45 di giovedì 17 luglio 1997. La sua decennale permanenza nella casa di cura di Pagani ha avuto il triste epilogo in seguito ad una frattura del femore e successive complicazioni sul piano clinico generale.
Col P. Guglielmo ci lascia una figura tra le più care e affettuose che la nostra Provincia potesse annoverare. Ringraziamo il Signore per avercene fatto dono, e di aver allietato la Chiesa e il mondo della sua luminosa testimonianza, peraltro premiata da una longeva permanenza fra di noi.
P. Donadio era nato il 23 gennaio 1911 da Alfonso e Vitale Marianna a Giugliano (NA), dove fu battezzato tre giorni dopo con i nomi di Guglielmo Maria Francesco Paolo. Aveva vent’anni quando, a Pagani, decise di consacrare la sua vita al Signore, sulle orme di Cristo Redentore nella famiglia dei Missionari Redentoristi: era il14 ottobre 1931, giorno della sua prima professione, al termine di un anno di noviziato vissuto col Maestro P. Gioacchino Jacovino.
Rese definitiva la sua consacrazione religiosa il 15 ottobre 1934, e salì all’altare del Signore dopo essere stato consacrato sacerdote a S. Angelo a Cupolo il 24 ottobre 1937 per le mani di S. Ecc. Mons. Agostino Mancinelli, Arcivescovo di Benevento.

Il suo primo assegno fu a Pagani, dove ebbe modo di valorizzare la sua semplicità e sensibilità d’animo, insegnando il catechismo ai bambini. L’anno dopo lo vediamo a Francavilla Fontana per il “secondo noviziato”. Fino al 1950, risiedendo a S. Andrea Jonio e a Materdomini, esercitò un generoso apostolato missionario, partendo ripetutamente per i luoghi dove si annunciava in modo straordinario e intenso la parola di Dio.

È a partire dal 1950 – anche in seguito ad una forma di tisi che ne mina la salute – che P. Guglielmo si consegna ad un ministero, che negli anni ha finito poi col costituire un’immagine fedele di lui e cara a tutti noi: il ministero del sacramento della Penitenza. Questo ministero l’ha esercitato per un buon numero di anni nelle nostre case di formazione, a beneficio. degli aspiranti prima e dei novizi poi. Fino al 1955 lo vediamo a Lettere con questo preciso compito, svolto con amore e disponibilità. Dal 1955 al 1963 è a Ciorani, con l’incarico di confessore dei novizi. Dal 1963 al 1973 è di nuovo confessore degli aspiranti a Lettere.

Buona parte dei confratelli della nostra attuale Provincia hanno sperimentato la dolcezza paterna di questo “gigante buono”, pronto ad accogliere e a perdonare, e ancor prima ad attirare, magari anche con una semplice caramella. Per molti di noi egli ha rappresentato la figura tipica del confessore, che ancora oggi costituisce esempio luminoso per il nostro ministero.
Anche in seguito P. Guglielmo non tralasciò questo sacramento, stavolta mettendolo a disposizione dei pellegrini di Materdomini (dove risedette dal 1975 al 1978) e poi di quelli che accorrevano al santuario di Pompei, dove rimase dal 1978 al 1983.

Per quattro anni, precisamente dal 1983 al 1987, P. Donadio risedette a Marianella, anche qui rendendosi disponibile alle necessità della comunità nel modo che gli era possibile, sia a livello pastorale ma anche con le occupazioni più semplici, come l’aiuto in cucina: cosa che peraltro ha sempre caratterizzato la sua presenza in mezzo a noi. Infine dal 1987 ha fatto parte della casa di cura a Pagani, con una presenza discreta, serena e sostenuta dalla preghiera.

Il Signore dunque ha chiamato a sé questo suo servo buono e fedele: sono certo che P. Guglielmo è arrivato ben preparato a questo traguardo. La sua esistenza è stata infatti simile a quella del dipendente laborioso, di cui parla il vangelo, che spende in modo attento e generoso la sua giornata, consapevole che il Padrone può venire da un momento all’altro e chiedergli conto della sua fedeltà.

Di P. Guglielmo possiamo dire che è stato fedele anche al suo cognome: soprattutto attraverso il Sacramento della Penitenza ha letteralmente donato Dio ad un numero incalcolabile di confratelli e di fedeli. Ancor prima che con la sapienza pastorale e la competenza, lo ha fatto con uno stile che ha caratterizzato la sua intera esistenza, uno stile di cui oggi si avverte un’evidente mancanza: lo stile semplice quanto eloquente della bontà. P. Guglielmo è stato semplicemente un uomo buono, un padre buono, e nella bontà ha creato le premesse perché molti andassero da lui per aprirgli le porte della coscienza o per confidargli i problemi più spinosi, nella bontà ha indicato la via obbligata per uscire dal peccato e dare un senso alla vita.

Voglia P. Guglielmo, col suo esempio e con la sua preghiera di intercessione, ottenere a noi sacerdoti figli di sant’Alfonso una più convinta riscoperta del sacramento della Penitenza, strumento prezioso e sotto tanti aspetti unico per avvicinare le anime e portarle concretamente all’abbraccio col Padre che perdona. E se talvolta ci facciamo vincere dall’indolenza verso questo ministero e dall’impazienza mentre lo esercitiamo, sia P. Guglielmo – attraverso i vincoli della comunione dei santi che ora avvertiamo più forte con lui – a ottenerci una dose supplementare di bontà e di dolcezza, che con tanta evidenza ha caratterizzato i suoi giorni su questa terra.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
del 21 luglio 1997

L'amabilità di P. Guglielmo Donadio espressa a colori e in bianco e nero.Il buon Padre è stato fedele anche al suo cognome: soprattutto attraverso il Sacramento della Penitenza ha letteralmente donato Dio ad un numero incalcolabile di confratelli e di fedeli.
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P. Guglielmo Donadio in mezzo a confratelli "coetanei": P. Domenico Barillà, P. Alfonso Barba, G. Giuseppe Ferraioli.

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