10 settembre = Perseveranti sino alla fine
Signore, conforta il mio cuore e rendilo saldo in ogni opera e parola di bene (2Ts 2, 17).
• Concedimi, o Dio eterno, di essere costante, perseverante nella virtù, affinché non volga il capo indietro a mirare l’arato, ma con perseveranza seguiti la via della verità. Poiché è la perseveranza che viene coronata, e senza laperseveranza non potrò essere piacevole né accetto a te.
Questa virtù porta nell’anima nostra, con l’abbondanza della carità, il frutto di ogni nostra fatica. Oh quanto è beata l’anima che corre e consuma la vita sua in vera e santa virtù, perché in questa vita gusta l’arra di vita eterna!
Ma tu m’insegni, o Cristo crocifisso, che non potrò giungere a questa perfezione senza il molto patire, perché questa vita non passa senza fatica, e chi volesse fuggire la fatica, fuggirebbe il frutto [la perseveranza] senza però fuggire la fatica. Tu non permetti le battaglie per la nostra morte ma per la vita, non perché siamo vinti ma perché vinciamo e perché sia provata in noi la virtù. Fa’ che noi, virili, col lume della santissima fede apriamo l’occhio dell’intelletto a guardare il sangue tuo, affinché si fortifichi la nostra debolezza, e conosciamo la virtù e la perseveranza nel tuo glorioso e prezioso sangue.
(Cf S. Caterina da Siena, Epistolario 76, v 2, p 25 . 27)
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• O Signore, io sarò certamente salvo, se persevererò sino alla fine, ma questa perseveranza dev’essere virtuosa per meritare la salvezza: da te mi viene la virtù che mi salva, sei tu che mi fai perseverare fino a raggiungere la salvezza. O Signore, da cui mi viene la virtù che mi salva! …
Ecco che adesso io sono ancora in battaglia: battaglia di fuori con falsi virtuosi, battaglia di dentro con le mie concupiscenze; poiché vedo un’altra legge nelle mie membra che si oppone alla legge della mia mente e mi fa schiavo della legge del peccato, la quale è nelle mie membra. Infelice me!
Chi mi libererà da questo corpo di morte? Tu mi libererai, o Signore, con la tua grazia per mezzo di Gesù Cristo, Figlio tuo e Signore nostro. Nel travaglio dunque di questa guerra levo lo sguardo alla tua grazia, e nell’ardore e nell’arsura che già ho cominciato a sentire, invoco la tua ombra vivificatrice.
(S. Agostino, In Ps 139, 11)
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da “Intimità divina”
Roma 1992