Carioti Vincenzo redentorista

P. Vincenzo Carioti (1899-1974) – Italia.

Il giorno 20 agosto, alla ore 3,30, nel collegio di S. Andrea Jonio, è morto il P. Vincenzo Carioti, alla età di 75 anni. Negli ultimi mesi della sua vita ha sofferto terribilmente.
Durante il mese di degenza nell’ospedale di Catanzaro, i dolori diventarono così atroci, che egli stesso chiese l’intervento chirurgico, giacché, come diceva, sentiva il «fuoco» nel suo corpo. Dalla laparatomia esplorativa effettuata risultò un tumore al fegato. Il suo fisico, dominato dal male, non poteva resistere che pochi giorni. Perciò fu riportato in collegio per farlo morire “sul pagliericcio” di S. Alfonso ».

Il P. Vincenzo Carioti nacque a S. Andrea Jonio, il 17 luglio 1899. Fin dalla infanzia sentì il fascino della vocazione Redentorista e, il 3 agosto 1920, emise i voti religiosi. Fu sacerdote il 29 novembre 1925.
Con l’entusiasmo che lo caratterizzava aveva intrapreso gli studi filosofici e telogici, distinguendosi in modo speciale nella letteratura italiana. Si sentì sempre poeta. Pochi giorni prima di morire, invocava la vita per terminare alcune sue poesie. Il P. Carioti va capito così: in tutto seguiva l’estro del momento, il miscuglio di una intelligenza aperta, di una sensibilità sommamente emotiva e di una volontà tenace produsse in lui quel carattere forte e personale che, pur avendo le sue ombre, impresse luce e operosità alla sua vita.

Amò il suo sacerdozio e la Congregazione; amò le missioni e le anime. Giovane sacerdote, per alcuni anni, insegnò nel nostro Aspirantato, infondendo in tanti ragazzi il suo esuberante entusiasmo allo studio e alla vocazione redentorista.
Fu cappellano militare. Partecipò alle due guerre mondiali, e si distinse in modo speciale in Somalia e in Abissinia, tanto da ricevere varie decorazioni.
Fu superiore in varie comunità. Lasciò orme profonde specialmente a Tropea, ove, con tanto sacrificio e abnegazione, riscattò la casa e la rimise a nuovo.
Fu consultore provinciale e, per due trienni, diresse e animò la Provincia Napoletana dei Redentoristi come Superiore Provinciale. Nel disimpegno di questo ufficio fu molto umano. A volte era addirittura tenero, accompagnando l’emozione col pianto.

P. Vincenzo Carioti resta nella mente dei confratelli e di tanta gente come il «Missionario». Predicò la parola di Dio sempre con sommo ardore ed eloquenza. Partecipò a molte missioni, prima come Rosariante e Prefetto di Chiesa, poi come Predicatore della «predica grande».
Comunicò alle masse l’intima commozione, strappando lacrime di pentimento. E preparò le sue composizioni oratorie con la stessa passione come le declamava. Ha predicato fino a pochi mesi prima di morire. Un invito a predicare, un panegirico, un triduo o una novena erano un regalo per lui. Accettava sempre, quando era libero e la salute glielo permetteva.
Fu maestro dei giovani Padri nel secondo Noviziato. Senza gelosia comunicava loro le sue esperienze apostoliche, e prestava addirittura i suoi scritti.

Il P. Carioti ha tradotto la tenerezza della sua anima in varie operette. Oltre alla «Cantata Alfonsiana», i versi di varie canzoncine sono suoi. Ha divulgato la devozione a S. Gerardo e in modo speciale alla Madonna.

P. Salvatore Meschino
Superiore Provinciale

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

Il P. Vincenzo Carioti, splendida figura di uomo e di religioso. Ardente missionario, ha comunicato il suo zelo attraverso moltissime predicazioni e attraverso le sue poesie, molte delle quali sono state musicate.

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 Altro breve profilo

P. Vincenzo Carioti, redentorista, ci lasciò col canto in gola per la Madonna! Tanto generoso, piacevole, estroso e aperto di cuore egli era, quanto aitante aveva la persona diritta e slanciata fino a 75 anni. Facile e persuasiva aveva la parola, sempre ornata, e facile e limpido gli fluiva il verso, perché buon poeta ei fu, come fu efficace oratore nel santuario, spesse volte, e in tutto il mezzogiorno d’Italia. Fu anche Ministro Provinciale.
Un mese prima di morire era venuto a Pompei per distendersi. Ci incontrammo… voleva parlare sempre lui come chi ha tanto da dire, e toccava sempre la Madonna. Disse, scusandosi di questo continuo pensiero filiale: «Vorrei amarla e cantare di Lei come S. Alfonso».
Il giorno appresso, il buon Padre mi viene incontro sorridendo e sventolando un foglio: «Ce l’ho fatta». Sorrise e pianse. Aveva composto nella notte un carme «secolare», perché lo dedicava al centenario di Pompei. Era felice; la gioia inumidiva i suoi occhi; più lucenti parevano le lenti spesse…; era la gioia di un bacio appassionato alla Madre. «Sorridi, o Regina, dei secoli; / sorridi dal ricco perlario; / ti cantano ancora il Rosario / le genti risorte per Te! / È canto di rose in letizia; / è canto di rose spinose; / è canto di rose gloriose; / di secoli è storia e di fé! ».
Il carme del centenario fu il canto del cigno: porta la data del 5 aprile 1974. La Madonna gradì il canto, e lo chiamò al premio che i desideri avanza. P. Vincenzo Carioti in cielo è una voce in più nel coro dei «rosarianti».

Da “Il Rosario e la Nuova Pompei”, nov.-dic. 1974, pag. 210.

Il quadro del P. Vincenzo Carioti nella galleria dei Provinciali della Provincia Napoletana Redentorista: guidò la Provincia per sei anni dal 1964 al 1970.

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