5 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1815. Congregazione generale alla presenza del Papa Pio VII ed esame dei miracoli proposti per la Beatificazione del Venerabile Alfonso Maria de Liguori.
1815. Congregazione generale alla presenza del Papa Pio VII ed esame dei miracoli proposti per la Beatificazione del Venerabile Alfonso Maria de Liguori.
Con il ritorno di Pio VII nella città eterna si concluse il processo di Beatificazione interrotto nel 1809, poiché in quel tempo la Congregazione dei Riti non aveva che da verificare la veracità dei due miracoli presentati dal Postulatore.
Questi due miracoli furono accettati all’unanimità, unanimi consensione, il giorno seguente, era la prima volta che si celebrava in tutta la chiesa la festa della B. V. Maria Addolorata, Sua Santità pubblicò il decreto che prendeva atto dei due miracoli operati dall’intercessione del Venerabile Alfonso di Liguori:
- 1) la guarigione improvvisa e perfetta di Maddalena di Nuncio, il cui seno, tagliato in gran parte il giorno prima a causa di un’ulcera cancrenosa, fu trovato completamente rigenerato;
- 2) la guarigione istantanea del Padre Francesco di Ottaiano dell’ordine dei Minori riformati di San Francesco che era colpito da tisi polmonare arrivato allo stato di completo stagnazione.
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonso, II, p. 658.
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IN MEMORIAM
P. Claude Lausay. Friburgo 1846.
Il P. Lausay nacque in Svizzera il 17 gennaio 1813. Studiò a Friburgo, e fu compagno del P. Nicolas Mauron che diventò poi Rettore Maggiore.
Durante gli otto anni della vita religiosa, il P. Lausay mostrò adesione totale all’osservanza regolare; aveva un’anima semplice e retta, senza ostentazione.
In seguito ad un’infermità contratta, diventò incapace ad ogni lavoro apostolico. Non sperando più nessuno soccorso dalla scienza umana, volle intraprendere, col consiglio dei medici e dei superiori, il pellegrinaggio alla Madonna dagli Eremiti.
Era accompagnato da alcuni suoi benefattori. Avendo compiuta la sua devozione, prese la strada del ritorno e l’anima era colma di gioia per avere affidato le sofferenze ed il futuro a Maria.
I viaggiatori scesero alla locanda da Oltem, cantone di Soleure, e mentre il Padre Claude faceva l’elogio della Santissima Vergine si addormentò improvvisamente e profondamente. Gli sforzi dei medici furono impotenti a riportarlo in vita. La morte aveva compiuto la sua opera. La salma fu deposta nella cripta di Friburgo. -«Caro mea requiescet in spe». Sal. 15.
Professione: 26 ottobre 1838.
Ordinazione sacerdotale: 30 novembre 1841.
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P. Alberto Lefoyer. Argentan, 1886.
Il P. Lefoyer nacque ad Argentan, il 25 giugno 1853. Ordinato sacerdote, si dedicò soprattutto al ministero apostolico ad Argentan. Nella breve vita in Congregazione, il P. Lefoyer si mostrò sempre molto mortificato, molto severo con se stesso, non lamentandosi mai.
Edificò molto i confratelli per la pazienza ed il coraggio a dominare le sofferenze. Aveva una coscienza molto delicata.
Il P. Desurmont diceva di lui: «Questo giovane Padre in questo mondo non avrà fatto una grande figura, non resterà molto tempo in purgatorio ed avrà in cielo una bella corona».
Arrivato ad Argentan, il caro Padre deperiva a vista d’occhio e niente poteva scongiurare il suo male. Fece chiamare un giorno il P. Rose, suo Rettore e gli disse: «Reverendo Padre, sta per accadermi una cosa inconsueta, ho ancora l’intelligenza, approfittiamone; voglio confessarmi».
Poco dopo vaneggiava. Il vaneggiamento sembrava essere allucinazione o follia. Era in un’agitazione straordinaria, parlava con un’incredibile loquacità, emettendo grida penose; aveva momenti di vero furore, i tratti si contraevano; i momenti di lucidità erano di breve durata cosicché si fu anche obbligati a legarlo.
Il povero Padre prima di morire riprese conoscenza, perché ripeteva: «Sto morendo, sto morendo. O Maria! O Maria! Venite dunque! San Giuseppe, San Giuseppe!»
I confratelli lo circondavano; recitavano le preghiere dell’agonia ed ebbe la felicità di morire durante la novena della Natività della Madonna. —«Credo videre bona Domini in terra viventium». Sal. 26.
Professione: 11 gennaio 1880.
Ordinazione sacerdotale: 7 giugno 1879.
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P. Paul Honoré. Valence (Drôme), 1888.
Nato a Tourcoing, diocesi di Lille, il 26 gennaio 1848, il P. Honoré si dedicò per tutta la vita all’opera delle missioni con zelo apostolico. Lasciò dovunque un ricordo di grande eloquenza, coraggiosa, popolare, e convertì a Dio numerose anime.
Era un religioso di profonda fede, amico dell’osservanza regolare, ed amava con amore di predilezione la Congregazione. I sentimenti che espresse negli ultimi istanti strapparono lacrime ai confratelli: «Quando veniam et apparebo ante conspectum tuum!.. In paradiso, in paradiso, cari confratelli, arrivederci in paradiso».
Poi, con voce forte, tanto da sentirlo in tutta la casa «Oh! quale gioia morire nella Congregazione», e ripeté queste parole per tre volte di seguito. Conservò l’uso delle sue facoltà fino all’ultimo momento, e la sua morte fu tra le più edificanti. Aveva quarant’anni. — «Adimplebis me laetitia, cum vultu tuo». sal. 15. ·
Professione: 15 ottobre 1868.
Ordinazione sacerdotale: 29 marzo 1873.
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P. Aloys Fleury. Antony, 1890.
Il P. Fleury nacque il 25 dicembre 1862 a Saint-Paul (Alta-Savoia). Apparteneva ad una famiglia di agricoltori benestanti proprietari del luogo. Entrò nell’Aspirantato di Contamine, ma gli studi furono faticosi ed interrotti anche per la cagionevole salute.
Ordinato sacerdote, diventò professore di Sacra scrittura e di Diritto Canonico allo Studendato di Dongen. Dopo quattro anni di insegnamento, la salute peggiorò sempre più. Mandato ad Antony, il buon Padre sentì avvicinarsi la sua fine.
Lo spirito di pietà caratterizzò la vita. Lo manifestò soprattutto quando in modo certo apprese che presto sarebbe andato davanti a Dio. Chiese di ricevere gli ultimi sacramenti e pregò che lo si aiutasse a fare gli atti devoti, e giaculatorie. Di natura vivace, seppe dominarsi e anzi nelle continue sofferenze le offriva a Gesù ed a Maria senza emettere lamenti.
Se un giorno la debolezza gli impediva di salire all’altare, si rassegnava, e nel suo Ordo notava il giorno senza messa con questa parola: “Fiat”, scritto a matita. Un’altra frase, scritta in data 6 agosto, lascia trasparire l’amarezza della sua anima: «Privato oggi della grazia della santa messa: Deo loquente a missa cessabo, donec aliter disponat Deus benedictus in saecula».
Si mostrava preoccupato di fare in tutto la volontà di Dio, chiedeva insistentemente a coloro che lo assistevano di suggerire giaculatorie. Il confratello che l’assisteva vedendolo agitato e sotto l’influenza di una tentazione volle gettare un poco di acqua benedetta, ma avendo la mano destra impedita, si servì inavvertitamente della mano sinistra: “Non fa niente” – disse il malato.
Sorrise un’ultima volta all’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso che gli veniva presentata: “Oh! è la Madonna!”, furono le sue ultime parole. —«Laetetur cor quaerentium Dominum». Sal. 104.
Professione: 24 settembre 1882.
Ordinazione sacerdotale: 4 giugno 1887.
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Fr. Éloi Jean-Baptiste Schlichter. Mulhouse 1917.
Fratello Éloi nacque il 26 giugno 1847 ad Ittersdorf, nel Sarre, ed ebbe la fortuna di appartenere ad una famiglia fondamentalmente cristiana.
Di temperamento poco comunicativo, in gioventù si tenne lontano dai divertimenti. La sua felicità era andare in pellegrinaggio alla chiesa del nostro convento di Téterchen. Qui aveva l’opportunità di intrattenersi con Fratello Gregoire e in seguito a queste conversazioni sollecitò la sua ammissione in Congregazione.
Dopo la professione, i superiori lo designarono a fare parte della casa di Uvrier; si applicò con impegno ad esplicare l’ufficio di calzolaio.
Nel 1895, al tempo della fondazione della Vice-provincia dell’Alsazia, il P. Hauger che aveva conosciuto i grandi requisiti di Fratello Éloi, lo prese con sé.
Assegnato a Riedisheim, vicino Mulhouse, trascorse gli ultimi dodici anni della vita nell’esercizio di due incarichi, calzolaio e portinaio. Con le persone dell’altro sesso, la conversazione era breve, austera, talvolta brusca.
Non era senza cuore e sapeva dimostrarlo. Era uomo di ordine. Poteva rendere conto dell’ultimo centesimo che aveva ricevuto o speso; l’impiego del tempo era diviso tra lavoro e preghiere, perché era religioso redentorista ed amava la Congregazione.
Il caro Fratello morì durante la guerra del 1914, quando la casa di Mulhouse era quasi vuota dei religiosi. – «Serve bone et fidelis, intra in gaudium Domini tui».
Professione: 15 agosto 1881.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |