Memoriale 20 Agosto

20 agosto
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1772. S. Alfonso pubblica la sua ultima opera: “Storia delle Eresie e loro confutazione”.

1772. S. Alfonso pubblica la sua ultima opera: “Storia delle Eresie e loro confutazione”.

Scopo di quest’opera – dice lo stesso S. Alfonso – è di mostrare che la Chiesa romana è veramente l’unica Chiesa, visto che Dio l’ha protetta sempre dalle persecuzioni e l’ha resa vittoriosa di tutti i suoi nemici.
Attraverso la Storia delle Eresie S. Alfonso dimostra perfettamente che la forza materiale, per quanto grande sia, non può niente contro il braccio di Dio, sempre armato per difendere la Chiesa; e, nella Confutazione di queste stesse eresie, egli mostra la debolezza e l’impotenza di ogni intelligenza che pretende di lottare contro lo spirito di Dio, rivelatore e conservatore della verità.
La Storia delle Eresie, applaudita dovunque, pose fine ai lavori dogmatici di S. Alfonso. Scriveva il 20 agosto 1772: “Questa sarà la mia ultima grande opera; coi miei settantasette anni, non devo pensare altro  che alla morte. Dunque, basta con le materie scientifiche! scriverò solo opuscoli di pietà, come ora sto facendolo. Ahimè! non posso lavorare più diciotto ore al giorno come facevo una volta. La mia opera sulle Eresie potrà dispiacere, ma che importa! Se mio padre secondo la carne avesse alterato qualche dogma della nostra santa religione, io avrei combattuto mio padre!”.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, 297.

Storia delle Eresia, volume terzo della prima edizione veneta 1773 (Raccolta Marrazzo).

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1860. Fondazione della casa di Avon, (Senna-Marna).

Nel 1858, Monsignor Allou, vescovo di Meaux, volendo ad ogni costo la rigenerazione della sua diocesi per mezzo delle missioni, fece appello allo zelo dei Redentoristi.
A questo scopo inviò a Saint -Nicolas-du-Port l’abate Griffaut per offrire al Superiore una residenza provvisoria a Meaux. In effetti, il futuro P. Griffaut veniva a chiedere la sua ammissione nella Congregazione. Il vescovo lo chiamava: la perla della sua diocesi.
MEAUX – Malgrado le offerte attraenti dei vescovi di altre diocesi che in quel momento offrivano fondazioni con risorse assicurate e speranza di numerose vocazioni, il R.mo P. Mauron accettò Meaux a causa della povertà religiosa di questa diocesi.
Perciò, il 28 luglio 1859 il P. Noël ed alcuni Padri lasciarono Saint -Nicolas-du-Port e presero possesso della casa di Meaux. Ma al fine di risparmiare le spese dell’acquisto di un terreno e della costruzione di un convento, il P. Provinciale chiese al vescovo di cederci una casa ad Avon. Il vescovo accolse favorevolmente questa richiesta, ed il 20 agosto 1860, la comunità lasciava Meaux e si insediava ad Avon.
AVON – Che casa era questa? Risaliamo all’anno 1600. I Fratelli di San Giovanni di Dio avevano la tradizione da un certo numero di anni di accompagnare i re di Francia a Fontainebleau per curare i feriti o i malati della corte. La pia madre di Luigi XIV, Anna d’Austria, pensò di stabilire questi religiosi nel borgo di Avon-les-Fontainebleau in un ospedale nel 1661. Questo ospedale fu dedicato a Sant’Anna, in ricordo del nome dell’illustre donatrice, e prese la denominazione. di convento ed ospedale Sainte-Anne-la-Royale de la Charité d’Avon.
Durante la Rivoluzione i religiosi dovettero lasciare bruscamente il loro convento, abbandonare i loro malati alla pietà del popolo, e questi, alla loro morte, restarono senza sepoltura. Tre anni più tardi, nel 1796, la casa ed i redditi furono ceduti agli ospizi civili di Fontainebleau fino al 1823.
Nel 1823, Monsignor Cosnac, vescovo di Meaux, decise di acquistare questa casa per il suo piccolo seminario. Luigi XVIII autorizzò la commissione amministrativa dell’ospizio a venderla per trentamila franchi. Ora, verso il 1860, il piccolo seminario di Avon si trasferiva a Parigi e Monsignor Allou cedeva la casa ai Redentoristi.
I missionari predicavano cum gaudio e cum lacrimi, a secondo i luoghi che evangelizzavano. Dio sa tutto il bene che fu operato in queste contrade, grazie al loro zelo infaticabile. La vita del P. Griffaut: “figura di sacerdote e di apostolo”, scritta dal P. Roger, offre un’idea del loro apostolato.

Avon – La Casa e il portone dell’ospedale Sainte-Anne-la-Royale de la Charité d’Avon che servì da convento ai Redentoristi.- Successivamente è passata ai Carmelitani. (foto da internet).

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1884. Fondazione della casa di Buga (Colombia).

I principali strumenti di cui Dio si servì per portare i figli di S. Alfonso a Buga sono: Monsignor Carlos Bermudez, vescovo di Popayan che aveva conosciuto e stimato i Redentoristi durante il suo esilio a Santiago; l’eminente sacerdote Severo Gonzalez, curato-decano della città di Cali, ed una ricca e pia signora: Gabriela Sarmiento che viveva a Buga.
Nell’anno 1882 cominciarono le trattative. Gabriela Sarmiento voleva fondare nella sua città natale una comunità di religiosi missionari per riportare al bene tante anime che si perdevano. I Padri Didier, Visitatore, ed Alfonso Aufdereggen, suo successore, esaminarono l’offerta così vantaggiosa; mandarono un rapporto a Roma ed il R.mo P. Mauron accettò di gran cuore la fondazione.
Il 20 agosto 1884 arrivarono a Buga i membri della nuova comunità: i Padri Alphonse Paris, Rettore, Joseph Leitner, Klam, Bartolomé ed alcuni fratelli coadiutori. Furono accolti dal clero e dal  popolo come inviati dal cielo. Presero possesso dell’antica chiesa “La Ermita del Santo Christo “che conserva il famoso Cristo miracoloso, venerato non solo dalle le popolazioni del “Cauca “, ma ancora da quelle di tutta la Repubblica.
Solo più tardi si costruì il nuovo convento ed il magnifico tempio dedicato al “Señor de los Milagros “. Vasto era il campo di apostolato affidato ai nuovi apostoli e si organizzarono presto missioni si organizzano: un lavoro intenso e faticoso sotto un cielo di fuoco. Ma grazie alla Madonna del Perpetuo Soccorso, il regno di Dio si cominciò a diffondere poco a poco e numerose anime si convertivano.

Buga, Valle del Cauca (Colombia) – Antica foto con la Basilica del Señor de los Milagros (foto in AGHR).

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IN MEMORIAM  

Fr. Adrien Augez. 1914, Studente.
Ucciso nella battaglia di Baccarat (Meurthe-Moselle).

Adriano Augez nacque a Saint-Paul en Jarret (Loire) il 20 luglio 1890 e si fece notare in gioventù per la sua pietà e la sua perfetta innocenza.
Studente della Provincia di Lione, ad Attert (Belgio), Augez fu la prima vittima dello studentato di Attert durante la guerra del 1914. Stava per finire i suoi due anni di servizio militare a Sedan quando scoppiò la guerra. Egli si arruolò nel 38° reggimento di fanteria, mantenendo il grado di sergente.
Il 25 agosto, i tedeschi lanciarono l’attaccano su Baccarat, e malgrado il valore delle nostre truppe, la città fu presa. Il 38O tentò eroicamente di resistere all’uscita della città. Augez con la sua sezione fu posto in un campo di avena. Ben presto i tedeschi, che dilagavano, si avvicinarono tanto vicino  che si ingaggiò un corpo a corpo. La prudenza sembrava imporre l’arretramento, ma Augez non volle ripiegare senza ordine, e restò con un pugno di coraggiosi. Allora fu colpito a bruciapelo, da un proiettile nella regione del ventre, cadde cacciando un grido: “Sono ferito!”.
Fratello Augez era uno dei migliori studenti di Attert, intelligente, devoto, caritatevole, di natura generosa e senza rispetto umano. Egli aveva fatto in piena conoscenza il sacrificio della sua vita. Si era preparato con un fervore straordinario. Aspettando l’ora dell’immolazione, ebbe la preoccupazione costante, attraverso le sue preghiere, le sue esortazioni ed i suoi esempi, di fare del bene ai soldati in modo soprannaturale;  fu un vero apostolo vicino ai suoi compagni; parecchi gli dovranno la loro salvezza. – «Qui converti fecerit peccatorem …. salvabit animam».” Gc. 5-20.
Professione: 8 settembre 1911.

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P. Auguste Desnoulet. Lima 1918.

Il P Desnoulet nato a Tourcoing il 24 ottobre 1844, fu uno dei primi Padri che furono mandati in America, in Ecuador, Vice-provincia della Provincia francese. Diventò Visitatore di tutto il Pacifico, cioè dell’Ecuador, della Colombia, del Perù e del Cile. Fondò le case di Santiago (Cile) e di Huanta (Perù), quelle di Astorga ed il Giovenato di El Espino in Spagna. Innalzò la bella chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso a Madrid.
A Lima, tentò una prova di evangelizzazione degli indiani dell’Apurima, affluente del Rio delle Amazzoni, ma ragioni superiori fecero abbandonare questa impresa.
Il P. Desnoulet era un uomo di Dio, di una fede e di un zelo eroico, un religioso sempre raccolto. Per ammissione di tutti quelli che l’hanno conosciuto, egli lavorava solo per Dio, per le anime e per la Congregazione. La sua umiltà non gli permise mai di dire una sola parola in sua lode.
Di lui si cita tra tutte un’azione davvero bella: a Santiago prese rispettosamente e consumò un’ostia che un coleroso aveva rigettato in un vomito. Durante i venti ultimi anni della sua vita, soffrì un vero martirio cagionato dalle piaghe alle gambe. Per dieci anni, a Lima, dovette celebrare in ginocchio, e con quali dolori!Durante l’ultimo mese della sua vita, fu impedito di celebrare la santa Messa, ma si comunicava ogni giorno e si confessava ad un Padre che aveva conosciuto cinquant’anni prima come aspirante.Sopportò la sua malattia con l’eroismo di un santo e di un martire. – “Vita vestra abscondita est cum Christo in Deo.” Col. 3-3.
Professione: 15 ottobre 1867.
Ordinazione sacerdotale 18 dicembre 1869.

Lima, Perù 1915. Comunità redentorista: Paquot, Jeanmarie, Henlè, Lamard, Littner, González, Desnoulet, Hocquard (rettore), Kern (visitatore), Chené, Hengbart e I fratelli: Eleazar, Daniel, Victor.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
UMILTÀ = 20 agosto
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