Lettera a Maria Teresa Alessio

Lettera n. 73. A Maria Teresa Alessio, Santa Cristina 1845

73. Alla Nobildonna Maria Teresa Alessio[1], Santa Cristina[2].
Direzione spirituale: consigli di vigilanza.

Tropea 11 giugno 1845

 

Figlia in Gesù Cristo

Ho ricevuto la cistella con i fiori bellissimi ed oh quanto mi sono stati graditi, maggiormente li accetteràla Madonna Immacolata.Vi ringrazio sommamente, ma il premio lo dovete aspettare dal Cielo.

Sapete dunque che mi è caro cotesto paese[3] ove la prima volta predicai e spero non lascerò pregare, benché da miserabile.

Intorno alla coscienza vostra fate bene di sempre temere, giacché lo Spirito Santo ci avvisa di pensare in tempo di pace alla guerra che può venirci[4].

Gesù e Maria vi benedicano e voi pregateli per me.

Riossequio i vostri[5].

 

Umilissimo Padre in Cristo
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore

 

Indirizzo:
All’Illustrissima Signora Monaca
La Signora Donna Maria Teresa Alessio
Cose di Coscienza
Santa Cristina


[1] Teresa Alessio, figlia di Francesco e di Marianna Del Pozzo, nata in Paracorio, ora Delianuova, e domiciliata in Santa Cristina d’Aspromonte; nobile, gentildonna piuttosto agiata. È il teste n. 22 dei Processi Ordinari Tropeani. – Ha 82 anni quando èsaminata il 21/10/1897. – Morta il 31 dicembre 1901 a 85 anni (celibe) in S. Cristina – La sua deposizione inizia così: «Ho conosciuto personalmente il Padre di Netta quando con lui mi sono preparata alla prima Comunione, nel tempo che il Servo di Dio fu in S. Cristina per le missioni. Lo vidi poi in seguito parecchie volte».

[2] Lettera autografa che si trova presso la Postulazione Generale Redentorista in Roma, Via Merulana.

[3] L’amicizia per questo paese è confermato dal seguente episodio riportato nei Processi: “L’avvocato Brancatisano raccontava al sacerdote Don Alfonso Spadaro che un giorno tutti i Padri Liguorini, che erano in missione San Cristina col Padre Di Netta, andarono accompagnati da tutti i gentiluomini del paese a visitare il Santuario della Madonna della Montagna, situato nella valle di Aspromonte. Il Servo di Dio restò in S. Cristina. Giunti che furono colà, si scaricò un forte temporale, che veniva proprio dalla valle stessa, e che metteva i brividi. Tutte le famiglie di S. Cristina, che avevano colà i loro, si spaventarono, e presero a mandare cappotti, ombrelli ecc. Il Servo di Dio allora si chiuse in una stanza a pregare, e grande fu la meraviglia, quando, ritiratisi dal monte, tutti dissero: “noi siamo asciutti, perché nel luogo del Santuario non era per nulla piovuto”. Questo allora si ri tenne come effetto delle preghiere del Servo di Dio” (fol. 383 ).

[4] La vigilanza, un altro tema alfonsiano. Infatti S. Alfonso insegnava a non fidarsi mai di se stessi, ma di affidarsi unicamente a Cristo (“Tutto spero per il sangue prezioso diCristo!”) e alla Madonna.

[5] La Alessio ai Processi ricorda una profezia del P. Di Netta: “A mia madre predisse che avrebbe fatto una mala vecchiaia. Di fatti così fu. Al 1848 perdè la figlia, andò in prigione il marito, ed altri guai. Essa diceva, il Padre di Netta me lo ha profetizzato” (fol. 377).

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              Con cuore integro e fedele
            LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA
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Lettera n. 73
Legge: Donato Mantoan
[audio:/LettereMp3/073.mp3]

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