10 agosto
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1744. S. Alfonso pubblica il suo libro: “Visite al SS. Sacramento.”
1744. S. Alfonso pubblica il suo libro: “Visite al SS. Sacramento.”
Il 10 agosto 1744 uscì dalla penna del nostro Padre S. Alfonso il libro delle “Visite al SS. -Sacramento”. Fu il suo primo libro.
Ecco come si esprime a riguardo: “Alcune delle riflessioni e degli affetti che si va a leggere, dice nella sua prefazione, erano state raccolte da me per aiutare i giovani della nostra Congregazione nella visita quotidiana che fanno, secondo il nostro costume, al SS. Sacramento ed alla Vergine Maria. Ma un devoto secolare, in ritiro nella nostra Casa, avendole sentito leggere, volle che si stampasse questo libro a sue spese per il bene comune. Mi obbligò di conseguenza ad aumentarne il numero affinché le persone devote ne potessero servirsi ogni giorno del mese”.
Si pensa che il devoto secolare altro non è che don Giuseppe de Liguori, papà di S. Alfonso.
Questo libro ebbe da una diffusione mondiale, e non si può contare il numero delle anime che ha santificato e salvate. Secondo la testimonianza di S. Alfonso, con questa devozione al SS. Sacramento si guadagna più in un quarto di ora di orazione che in tutti gli altri esercizi spirituali di una giornata.
Nella sua vita, Alfonso poté contare in Italia ventidue edizioni di questo libro che fu riprodotto poi in quasi tutte le lingue. Un gesuita lorenese, il Padre Doré, avendo soggiornato qualche tempo in Sicilia, ed essendo diventato, durante la rivoluzione di 1793, cappellano delle Benedettine del SS. Sacramento a Saint-Nicolas-du-Port, tradusse per la prima volta le visite in francese nel 1772, e mandò la sua traduzione a S. Alfonso che gli rispose di sua propria mano.
Rivista Santa Famiglia, 1882, p. 544.
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1779. A Pagani, S. Alfonso benedice il Vesuvio in eruzione.
Il 10 agosto di questo anno, la comunità di Pagani fu testimone di un prodigio che gli mostrò il potere di S. Alfonso sul cuore di Dio. Da qualche tempo, il Vesuvio che si erge di fronte a Pagani, lanciava lave infiammate sul territorio di Ottaviano. Tutti i dintorni erano nella costernazione. Delle finestre del corridoio, i Padri contemplavano questo grandioso e terribile spettacolo. Preso da orrore, un Padre corse alla cella di S. Alfonso e lo scongiurò di venire a vedere ciò che stava accadendo.
Alfonso andò, si avvicinò alla finestra dicendo per tre volte “Gesù! Gesù! Gesù! ” Quindi fece un grande segno di croce in direzione della montagna, ed all’istante stesso, l’immenso turbine di fuoco e di fiamme sprofondò nel cratere.
Tale era il potere di Alfonso sul cuore di Dio.
Dal Processo ord. di Nocera. Fol. 473.
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1914. Arresto ed espulsione della comunità di Mulhouse.
All’inizio delle ostilità della guerra di 1914 il convento di Riedisheim era diventato un ambulatorio dove i soldati francesi e tedeschi erano accolti e curati. I Padri, proprietari del locale, furono accusati di avere sparato sui tedeschi dall’edificio dell’ambulatorio. Nella notte del 10 agosto, una pattuglia fece irruzione nel convento e trattò con metodi brutali i religiosi senza rispettare i vecchi.
La falsità dell’accusa fu provata, ma che importava, bisognava che i tedeschi esercitassero il loro furore sulle vittime. I nostri Padri, scortati da un centinaio di soldati, furono avviati a piedi in mezzo ad ingiurie e minacce di morte, verso una località a due chilometri di Mulhouse, e poi a Mulhouse stessa. Gli ufficiali e i soldati gridavano: “Siete dei c… cani! I preti francesi ne vedranno ancora!… Tra pochi giorni saremo a Parigi, e chiederemo cinquanta miliardi alla Francia sconfitta!… Nell’attesa, voi tutti sarete fucilati questa sera!”
Nelle vie della città di Mulhouse, la plebaglia composta di immigrati e soldati curiosi, li accolse con grida; vomitando su di essi le più sporche ingiurie, le invettive più oscene e proferendo nuove minacce di morte.
Arrivati al municipio, i Padri furono sottoposti ad un interrogatorio sommario, poi per nove giorni furono rinchiusi in cella, aspettando la loro comparizione davanti al consiglio di guerra che doveva deliberare definitivamente sulla loro sorte.
Il cappellano della prigione permise al venerabile Padre Louis Kempf di celebrare la messa nel cinquantesimo della sua Ordinazione sacerdotale. I suoi confratelli si comunicarono alla sua messa. Tutto ricordava le scene delle catacombe.
Il consiglio di guerra fu interrotto frequentemente da numerosi colpi di cannone. I francesi stavano avendo la meglio sui loro nemici. I tedeschi fuggirono in fretta e furia e la porta del carcere si apriva, lasciando passare un ufficiale e dei soldati francesi! Il valoroso generale Pau, comandante dell’esercito dell’Alsazia, fece condurre i Padri in Francia, e li si accolse con entusiasmo!
Rivista della Santa Famiglia, anno 1915 p. 340.
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