Lettera n. 56. Al Rett. Maggiore P. Giovan Camillo Ripoli, Napoli 1841
Osservazioni sulle Missioni avute nell’anno 1840-1841[2] nella Diocesi Superiore di Tropea[3] (Amantea)
Tropea, novembre 1841[4]
Luoghi[5] | Popolazione | Sog-getti | Durata in gg. | Spese di viaggi | Spese di vitto |
Castiglione |
300 |
4 |
11 |
06:00 |
04:60 |
Falerna |
1.500 |
4 |
16 |
08:00 |
10:70 |
Sammango |
2.000 |
4 |
20 |
09:00 |
16:20 |
Savuto |
500 |
2 |
18 |
10:00 |
|
Serra |
1.000 |
2 |
18 |
13:40 |
|
Ajello |
4.000 |
4 |
24 |
20:00 |
|
Pietramala |
1.200 |
3 |
13 |
08:00 |
|
S. Pietro |
1.200 |
3 |
18 |
12:00 |
|
Amantea |
3.500 |
3 |
20 |
12:00 |
|
Belmonte |
3.300 |
3 |
20 |
07:00 |
|
Fiumefreddo |
4.000 |
5 |
17 |
20:00 |
|
S. Biase |
1.000 |
2 |
15 |
||
Longobardi |
2.000 |
3 |
15 |
09:00 |
|
Falconara |
1.800 |
3 |
14 |
08:00 |
|
Terrati |
1.000 |
2 |
14 |
06:00 |
|
Nocera |
3.000 |
5 |
14 |
10:00 |
16:00 |
In tutti i luoghi vi è stato un entusiasmo sì nel concorrere alle Missioni come nel confessionarsi.
Vecchi peccatori ai sono veduti a confessarsi, che nelle passate Missioni non l’avevano fatto. Molti concubinati tolti e molti matrimonj di coscienza fatti.
Irreconciliabili nemicizie tolte; e ciò che non si ottenne dalla vigilanza della Potestà secolare, si ottenne dalla Parola di Dio.
E se prima di entrar noi in Diocesi s’udivano omicidj, latrocini, ed altri misfatti, non più s’udiro cominciate le Missioni; eccetto un Galantuomo, che non si confessò, che anzi disturbava la gente, quando andava alla Chiesa, fu ucciso, ed il Vescovo[6] non gli fè dare la sepoltura ecclesiastica.
In quanto poi agli Onorarj di Qaresima dovutoci, il Vescovo perché ci obbligò anche dentro Quaresima a far le Missioni, ottenne dal Governo la liberanza di due annualità[7], che non in tutti i paesi ci fu data, per la nostra moderazione.
Niente poi dico delle premure di quasi tutta le popolazioni presso del Vescovo, di voler spesso le Missioni. Ed il popolo di Fiumefreddo già ha supplicato per aver una nostra fondazione. e di mezzo giorno lasciar la fatica, per prendersi il luogo.
In somma Iddio, ci ha fatto conoscere in quest’anno, che anche di deboli, acciaccati, e pochi soggetti, bastano per missionare, / quando a Lui piace / tanti paesi, che in altro tempo grosse compagnie intieramente non soddisfecero. Restando contenti non solo le anime, ma il Vescovo, e Parrochi.
Tutto a Gloria di Gesù Cristo, ed ad onore di Maria[8].
[1] Lettera autografa che si trova presso la Postulazione Generale Redentorista in Roma, Via Merulana.
[2] Da altro mano sul foglio è scritta lacon datazione 1828-1829, ma secondo noi è datazione errata, come dimostrano alcune lettere scritte da P. Di Netta da qesti paesi negli anni 1840-1841 (Cf. lettere precedenti).
[3] La Diocesi di Tropea era divisa in Superiore (comprendente i paesi facenti capo ad Amantea) ed Inferiore (comprendente i paesi attorno a Tropea).
[4] Data supposta sulla scorta delle lettere precedenti scritte dai paesi dove è stato in missione.
[5] I luoghi nella dizione odierna sono: Castiglione Marittimo (Comune di Falerna), Falerna, San Mango D’Aquino, Savuto (più che un centro è una valle percorsa dall’omonimo fiume, ma un documento del 1829 lo chiama “suolo di un’antica commenda”, ma il centro si chiamava Pietra Piana), Serra Aiello, Aiello Calabro, Pietramala = Cleto, San Pietro in Amantea, Amantea, Belmonte Calabro, Fiumefreddo Bruzio, Sambiase (insieme a Nicastro e S. Eufemia = Lametia Terme), Longobardi, Falconara Albanese, Terrati (Comune di Lago), Nocera Terinese.
[6] Vescovo del tempo era Mons. Michelangelo Franchini, nativo di Montecorvino in provincia di Salerno, vescovo di Nicotera-Tropea dal 1832 al 1854, anno in cui morì a Tropea.
[7] Le opere di evangelizzazione, quali le Missioni, erano sostenute e finanziate dal Governo borbonico.
[8] Manca la firma, anzi non si legge perché il foglio è sgualcito.
Con cuore integro e fedele LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA —————– Lettera n. 56 Legge: Donato Mantoan |
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P. Vito Michele Di Netta – di Rosetta Bove – Tropea 2011