30 giugno
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1780. Risposta di Sant’Alfonso al cardinale Caraffa a proposito dei cambiamenti introdotti nella Regola dal Regolamento.
Memoriale Alfonsiano in fracese-Pdf-Mese di giugno
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1780. Risposta di Sant’Alfonso al cardinale Caraffa a proposito dei cambiamenti introdotti nella Regola dal Regolamento.
Sant’Alfonso cercava invano di comprendere la ragione che aveva determinato la difesa suscitata dai Padri dello Stato Pontificio di non cambiare nulla alle Regole e Costituzioni approvate dal Papa Benedetto XIV.
Scrivendo dunque al cardinale Caraffa, segretario della Congregazione dei vescovi e regolari, «ringraziava il Papa della grande sollecitudine per la Regola di Benedetto XIV, ma lo pregava nello stesso tempo di credere che non era mai stato in questione il cambiare alcuna cosa alle prescrizioni della Regola nelle case dello Stato pontificio.
Egli aggiungeva: « In queste Case del Regno abbiamo dovuto accettare, per ordine del re, certe modifiche che non comprometteranno in niente la sostanza della Regola. Queste modifiche non interessano per niente le nostre comunità dello Stato Pontificio, dove si osserva e dove si osserverà sempre l’antica Regola senza apportare la minima innovazione. Prego dunque Vostra Eminenza di non dare ascolto a certe teste calde che vorrebbero gettare l’agitazione nella Congregazione».
Lettera del 30 giugno 1780.
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IN MEMORIAM
Venerabile [Beato] P. Gennaro Sarnelli. Napoli, 1744.
Il P. Sarnelli strinse amicizia con il nostro Padre Sant’Alfonso nel collegio dei Cinesi, dove si preparava al sacerdozio con una vita di studio e di preghiera.
Nato il 12 settembre 1702 a Napoli, diventò sacerdote nel 1733, poi missionario di Propaganda. Raggiunse presto l’amico Alfonso a Scala e prese parte alle sue prime missioni: si occupava dei fanciulli con lo scopo di esercitarsi nei lavori apostolici.
Eminente per santità ed elevata dottrina, il P. Sarnelli si distingueva per la sua carità verso i poveri, i malati degli ospedali, e per l’ ardentissimo zelo per la salvezza delle anime. Dedito alla mortificazione della carne, dotato di pazienza invincibile, ebbe molto a soffrire per la gloria di Gesù Cristo, soprattutto quando riuscì a fare espellere da Napoli un numero considerevole di donne di cattiva vita.
Sebbene fosse debilitato per le continue fatiche, pubblicò numerosi opere molto adatte a nutrire la pietà ed ad estirpare il vizio. Occorre fra le altre citare: Abuso proveniente della prostituzione; un libro sulla Bestemmia; sui Doveri dei genitori verso i loro figli ; Discernimento dello spirito; il Mondo santificato; il Mondo riformato; l’ecclesiastico santificato; il Cristiano illuminato.
Infine carico di meriti e di opere buone, rese la sua anima a Dio a Napoli a soli quarantadue anni.
Morendo diceva: «Mio Dio, lo sapete: tutto ciò che ho fatto, tutto ciò che ho pensato, l’ho fatto e pensato per la vostra grande gloria».
Sant’Alfonso apprendendone la morte dichiarava: “Abbiamo perso don Gennaro sulla terra, ma lo abbiamo guadagnato come intercessore in cielo”.
Sant’Alfonso scrisse la biografia del P. Sarnelli nel 1752. – «Opera enim illorum sequuntur illos». Ap. 14-13.
Opere complete. P. Dujardin, vol. XII.
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P. Édouard Schwindenhammer. Siviriez, 1891.
Il P. Édouard nacque in Alsazia il giorno 8 aprile 1826. Fu sempre ammirato come religioso esemplare per la regolarità e la pietà dai confratelli.
Il Rev.mo Padre Mauron, lo stimava e lo chiamò a Roma e lo ebbe per diversi anni come segretario. Ritornato a Saint-Nicolas-du-Port, ne fu espulso per i decreti del 1880 e si rifugiò quindi in Svizzera, dove esercitò il suo zelo.
Fu uomo del dovere e ne fu vittima. A Siviriez, dove impiegò grande abnegazione nella visita dei malati, contrasse una polmonite: fece santamente il sacrificio della vita.
Colmo di ammirazione per il Rev.mo Padre, che aveva conosciuto da vicino, si propose di scrivere la sua biografia. Raccolse materiale che in seguito utilizzerà il Padre Francesco Dumortier.
Padre Édouard era fratello del P. Schwindenhammer, Superiore Generale dei Padri dello Spirito Santo.
Morendo, lasciò un testamento molto edificante, ringraziando, chiedendo perdono ed implorante preghiere per la sua anima. – «Via vitae, custodienti disciplinam». Prov. 10. 17.
Professione: 26 novembre 1847.
Ordinazione sacerdotale: 5 aprile 1851.
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