9 giugno – La lode perenne.
Anima mia, loda il Signore! Ti loderò, o Signore, nella mia vita, inneggerò a te finché esisterò (Salmo 146, 1.2).
• O Signore, le tue orecchie non sono rivolte alla bocca, ma al cuore; non stanno aperte alla lingua, ma alla vita di chi ti loda (In Ps 146, 3 ).
Io canto con la voce per svegliare in me la pietà; canto col cuore per piacere a te. Non ti lodi soltanto la mia voce, ma ti lodino anche le mie opere (In Ps 147 , 5 ; 149, 8 ).
Fa’ che io non smetta di vivere bene, per poterti lodare senza interruzione… Se qualche volta la mia lingua deve tacere, gridi la mia vita; e le tue orecchie saranno rivolte al mio cuore. Come le orecchie degli uomini sono rivolte alla mia voce, così le tue orecchie al mio cuore… Non mi voglio fermare soltanto alla voce: quando ti lodo, voglio lodarti con tutto me stesso: canti la voce, canti la vita, cantino le azioni. E se quaggiù ho ancora da gemere, da tribolare, da essere tentato, spero che tutto passerà e arriverà il giorno, in cui la mia lode non verrà mai meno (In Ps 148, 2).
È meglio per me consumare le forze per lodare te, che pigliar lena a lodare me. Ma non è possibile venire meno lodando te. Lodare te è come prendere cibo: quanto più ti lodo, tanto più prendo vigore, perché tanto più mi comunichi la tua dolcezza tu, che sei l’oggetto delle mie lodi (In Ps 145, 4; 99, 17).
Aiutami dunque a lodarti e con la voce e con la mente e con il buon operare; sicché, come mi esorti nelle tue Scritture, ti possa cantare il cantico nuovo… All’uomo vecchio, canto vecchio; all’uomo nuovo, canto nuovo…
Se io amo le cose terrene, il mio canto è vecchio; per cantare il canto nuovo, debbo amare le cose eterne. L’amor tuo è di per sé nuovo ed eterno; è sempre nuovo appunto perché non invecchia mai… Il peccato è quello che mi ha fatto invecchiare: rinnovellami tu con la grazia (In Ps 149, 1).
(S. Agostino)
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da “Intimità divina”
Roma 1992