Preghiere 134

13 maggio – 6a dom Pasqua – Rimanete nel mio amore.
Signore, che io rimanga nel tuo amore (Gv 15, 9).

• Signore, tu che sei Amore, insegnaci ad amarti nei nostri fratelli: fa’ che osserviamo i tuoi comandamenti, per rimanere nel tuo amore, con la tua grazia, ed amare ogni persona come l’ami tu: senza tener conto della sua origine, della sua religione, della sua condizione sociale e senza badare ai sacrifici che bisogna sostenere; solo amando così, giungeremo alla pienezza della gioia.
(D. Mariano Grosso, osb).

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• Volgiti benigno, Signore, al tuo popolo, ed effondi su di esso i doni del tuo Spirito, perché cresca sempre nell’amore della verità e affretti col desiderio e promuova nell’azione l’unità perfetta di tutti i cristiani.
(Messale Romano, Messa unità cristiani C, Colletta)

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• Tu sei amore, o Dio. in questo si è manifestato il tuo amore in noi, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio unigenito, perché potessimo vivere per mezzo suo. Il Signore stesso l’ha detto: nessuno può avere maggior amore di chi dà la sua vita per i suoi amici, e l’amore di Cristo per noi si dimostra nel fatto che egli è morto per noi. Qual è invece la prova del tuo amore, o Padre, verso di noi? Che tu hai mandato il tuo unico Figlio a morire per noi…
Non noi ti abbiamo amato per primi, infatti, per questo tu ci hai amati, perché ti amassimo… Se tu ci hai amati così, dobbiamo anche noi amarci vincendevolmente…
Tu sei amore. Quale volto ha l’amore? quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessuno lo può dire.
Esso tuttavia ha i piedi che conducono alla Chiesa, ha le mani che donano ai poveri, ha gli occhi con i quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno… Queste varie membra non si trovano separate in luoghi diversi, ma chi ha la carità vede con la mente il tutto e allo stesso tempo.
O Signore, fa’ dunque che io abiti nella carità affinché essa abiti in me, che resti in essa affinché essa resti in me.
(S. Agostino, In 1 Gv 7, 7. 9‑10).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Gesù mio, dal momento che voglio amarti, sono certo che non mi respingi, ma che sei pronto ad abbracciarmi: Mi rivolgerò a te. Accoglimi dunque nella tua grazia, fammi comprendere il bene che sei e l'amore che mi hai portato, affinché non ti lasci più (S.Alfonso).