17. Non vergognarsi di Gesù e delle sue parole (rispetto um. /3)
Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella sua gloria (Gv 9,26).
Questo succede perché le massime del mondo sono del tutto contrarie a quelle di Gesù. Ciò che il mondo stima, per Gesù è stoltezza: La sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio (1Cor 3,19).
Viceversa, il mondo chiama stoltezza ciò che Gesù stima, cioè le croci, le malattie, i disprezzi e i disonori: La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione (1Cor 1,18).
Dice san Cipriano: “Come può dirsi cristiano, chi si vergogna di esserlo?”. Se siamo cristiani, dimostriamoci cristiani di nome e di fatto. Se noi ci vergogniamo di Gesù Cristo, egli giustamente si vergognerà di noi e, nel giorno del giudizio universale, non potrà tenerci alla sua destra: Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella sua gloria (Gv 9,26). Allora egli dirà: “Tu ti sei vergognato di me sulla terra; ora io mi vergogno di vederti con me in paradiso. Va’, maledetto, va’ nell’inferno a trovare i tuoi compagni, che si sono vergognati di me!”. Si notino le parole: Chi si vergognerà di me e delle mie parole, ecc. Scrive sant’Agostino che alcuni “si vergognano di negare Cristo, e poi non si vergognano di negare le sue parole”.
“Ma se dicessi agli amici che, in coscienza, quella tal cosa non si può fare, come insegna il vangelo, sarei deriso e chiamato santerello!”. “Dunque, ribatte san Giovanni Crisostomo, per non essere burlato da un compagno, preferisci essere odiato dal tuo Dio?”
L’Apostolo, che si gloriava di essere seguace di Gesù Cristo, diceva: Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (Gal 6,14). Diceva: “Come io per il mondo sono un crocifisso, oggetto di scherni e di maltrattamenti, così il mondo per me è oggetto di disprezzo”. Bisogna convincersi che, o noi ci mettiamo sotto i piedi il mondo, o il mondo si metterà sotto i piedi le nostre anime.
In definitiva, che cos’è il mondo con tutti i suoi beni? Tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non viene dal Padre (1Gv 2,16). Tutti i beni del mondo, non sono altro che fango, come le cose terrene; o fumo, come gli onori; o cose turpi, come i piaceri della carne. E a che cosa ci gioveranno tutti questi beni, se poi perderemo l’anima: Quale vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? (Mt 16,26).
(da Sermoni Compendiati , XXVII, 7-8)